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[Recensione] “Fuoco e carne di Prometeo. Incubi, galvanisti e Paradisi perduti nel Frankenstei

Buongiorno e buon lunedì!

Nel corso di quest’anno ci sono stati dei libri letti che appartenevano alla lista di #MyLiberaLoScaffale2021, la sfida di lettura per cui leggere 12 libri che gravitano sullo scaffale da un po’, e a partire da questa settimana ho deciso di smaltire proprio i rimanenti volumi, partendo da questo saggio dedicato a Mary Shelley e al suo romanzo più famoso: Frankenstein!


Titolo Fuoco e carne di Prometeo. Incubi, galvanisti e Paradisi perduti nel Frankenstein di Mary Shelley Autore Franco Pezzini Editore Odoya Pubblicazione Novembre 2017 Genere Saggistica, letteratura Formato Cartaceo (22€) Pagine 400 Acquisto Sito editore

Nel 1818, due secoli fa, appare a Londra un romanzo anonimo: una storia straordinaria e orrida su un uomo che pretende di creare la vita. Il titolo è Frankenstein. La sorpresa è scoprire che l’autrice è Mary Shelley, partner del giovane poeta Percy Bysshe Shelley. L’opera suscita sensazione: viene portata a teatro e si guadagnerà notorietà planetaria tramite il cinema, impattando sull’immaginario collettivo con la forza di un mito. Eppure il quadro offerto dal romanzo è un po’ diverso da quello cui i film ci hanno abituati; scopriamo che i personaggi principali sono poco più che adolescenti e la costruzione della Creatura avviene in modo differente da quello canonizzato tra teatro e cinema. Ne emerge che il Frankenstein è più una macchina per pensare che un’opera “a tema”; più una provocazione sulle responsabilità personali che la demonizzazione di sfide scientifiche; più la trasfigurazione di tormentate dinamiche psicologiche di un intero clan familiare – tra ambiguità, critiche e lutti – che il gioco intellettuale pur all’origine del testo. Una storia che diventa cartina al tornasole sul travaglio di un’epoca, destinata a restare quale provocazione viva, in tema di felicità e giustizia; e insieme testimonianza di un grande amore.

Ripercorrere le tracce di stesura di un grande romanzo, soprattutto uno di quelli che fanno parte dei Classici, non è mai semplice né prosegue su un percorso univoco. Idee, interessi e spunti narrativi arrivano all’autore dalle (e ne vengono plasmati) fonti più disparate, costruendo un quadro complesso in cui vita personali i propositi narrativi si mescolano con il costrutto socioculturale per creare qualcosa di nuovo, qualcosa che racconti la propria contemporaneità e che al tempo stesso ne testimoni le mancanze, i pregi e le paure con un occhio critico manchi incredibilmente interessato. Prendendo in analisi l’opera più famosa di Mary Shelley, Franco Pezzini studia le diverse costruzioni di Frankenstein; o il Prometeo moderno, per ricostruire tutti i collegamenti storici che hanno portato alla stesura di entrambe le versioni di questo romanzo, la prima nel 1818, la seconda nel 1831, quando la maggior parte delle persone a cui l’autrice si spirata erano già passate a miglior vita, dandole così il modo di ampliare la narrativa del romanzo e includere dettagli omessi tredici anni prima per non offendere o mancare di rispetto ai diretti interessati.

Frankenstein finisce così con l’essere un ideale controcanto femminile all’ideale prometeico, un richiamo alla drammatica solitudine nel mondo fatta carne nella Creatura.

Il saggio, selezionando pezzo per pezzo i capitoli che compongono Frankenstein, rintraccia la genesi storica, sociale e culturale dei suoi personaggi attraverso il vissuto non solo di Mary Shelley e di suo marito Percy, ma anche di tutti coloro che facevano parte della sua cerchia di conoscenze o della cultura in voga nell’Inghilterra di inizio XIX secolo. Ricco di suggestioni, teorie e suggerimenti più o meno veritieri che hanno portato alla stesura del romanzo così come lo conosciamo, in entrambe le versioni, Fuoco e carne di Prometeo è un’indagine che si pone l’obiettivo di scoperchiare il vaso di Pandora nel quale si sono rifugiati le diverse istanze che Mary Shelley aveva a cuore e che l’hanno portata a inventare, o meglio a contestualizzare come mostruoso, un ideale maschile per cui conoscenza e sete di successo portano l’individuo a perdere di vista tutto ciò che lo rende umano, che lo rende capace di vivere in società, di essere partecipe del proprio contesto socio culturale. Il riferimento costante, come ovvio, è alla figura amata ma allo stesso tempo ingombrante di Percy Bysshe Shelley, poeta e non solo, che ha rivoluzionato in modo imprevedibile la vita di Mary.

Frankenstein è una storia che echeggia deliri d’onnipotenza, entusiasmi, tormenti di un’età poco più che adolescente.

Scopo del saggio è rivedere tutto l’impianto del romanzo sotto un’ottica più obiettiva e contestualizzarlo con il contesto in cui, in primo luogo, ha avuto origine e che, in secondo, doveva rappresentare non dal punto di vista maschile, ma come visione di una parte della società più reclusa, meno considerata e allo stesso tempo centrale per quel che riguarda lo sviluppo della vita sociale ma anche culturale inglese, vale a dire l’universo femminile, che nel XIX secolo prende uno slancio ancor maggiore nel far sentire la propria voce rispetto a quello del secolo precedente. Il tutto accompagnato da numerose schede descrittive di come sia Frankenstein sia la creatura sono stati percepiti nell’immaginario collettivo e come i diversi media li hanno rappresentati nel corso della loro storia, a partire dal teatro fino ad arrivare al cinema e alle serie TV moderne. Lo stile è quello che, purtroppo, rende un po’ ostica la lettura, perché le numerose digressioni che vanno a spiegare i diversi tasselli che compongono sia Victor come personaggio sia Frankenstein come il romanzo rendono il testo poco scorrevole e difficile da seguire per lunghi periodi. La lettura va fatta in piccole dosi, soprattutto per assimilare bene le nozioni e i dettagli che vengono raccontati a proposito della vita di Mary e di suo marito, ma anche di come la società stessa, con le sue scoperte e gli avanzamenti culturali, abbia contribuito a forgiare una delle opere più innovative del periodo, una che a tutt’oggi viene considerata uno dei grandi classici dell’Ottocento.

Una lettura interessante, anche se a volte un po’ prolissa!

Voi leggete saggi? In genere, quale argomento preferite? Fatemi sapere!

Federica 💋

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