Buongiorno lettori!
Questo venerdì il weekend si apre in modo diverso, perché mi aspetta la recensione per il Review Party dedicato a Un lungo matrimonio di Tish Delaney!
Grazie alla casa editrice per la copia ARC del romanzo.
Titolo Un lungo matrimonio Titolo originale Before My Actual Heart Breaks Autore Tish Delaney Traduzione S. Garavelli Editore Astoria Edizioni Pubblicazione Ottobre 2021 Genere Narrativa Formato Cartaceo (20,00€) ~ Digitale (9,99€) Pagine 377 Acquisto Sito editore
Mary Rattigan sogna di volare via: da una madre violenta incapace di amore, da un padre buono ma privo di spina dorsale, da un’educazione bigotta, dalla miseria dell’Irlanda del Nord funestata dai Troubles. Ma i sogni di libertà possono finire in fumo in una sola notte di sconsideratezza adolescenziale: dopo un atto sessuale a metà tra il desiderio di ribellione e lo stupro, Mary si ritrova incinta durante un ritiro in campagna con la scuola. Per salvare l’onore della famiglia, viene costretta a sposare in fretta e furia un vicino di fattoria, John, a sua volta cresciuto col marchio di figlio “bastardo”. E così, appena sedicenne, Mary si trova imprigionata in una vita matrimoniale (che in fretta le porterà altri figli) di cui non riesce a capire i contorni: non educata all’amore, non è in grado di riconoscere i segnali che il marito le manda; non sapendo cosa significhi volersi bene, non concepisce che qualcuno la possa amare. La vita trascorre così all’ombra di malintesi che si trascinano per decenni, e solo all’ultimo Mary riuscirà a capire il marito e i sentimenti che lo hanno animato. Forse c’è ancora il tempo per raddrizzare le cose e vivere un istante di felicità.
Negli ultimi trent’anni del Novecento l’Irlanda del Nord, quasi al confine con la Repubblica d’Irlanda, è una polveriera dove si combattono i due fronti, inglese e irlandese, mentre le persone normali, i civili, fanno i conti con le conseguenze degli scontri sempre più efferati e sanguinosi. Ed è qui che vive Mary Rattigan, giovane nata alla fine degli anni Sessanta in una famiglia cattolica, la cui esistenza si costruisce tra le strette campagne irlandesi, soffocata da una madre perbenista e ipocrita, da un padre taciturno e senza nerbo, oltre che dalle rigide malelingue della città. Ma Mary vuole fuggire, sogna viaggi, avventure e una vita piena lontano dalla sua famiglia, da Sadie, quella madre mostruosa che la considera una nullità e che cerca in ogni modo di sminuirla.
Sono i mari più tempestosi a forgiare i migliori marinai? E non sarebbe stato ancor meglio se ci fossi arrivata da sola, prima che fosse troppo tardi?
Ma la sua sete viene messa a tacere dopo l’avventura di una notte, dopo l’incontro con un uomo che per lei non è nulla ma che la porta dal lato sbagliato della morale. Perché Mary, a soli sedici anni, è disonorata e incinta, costretta da sua madre a un matrimonio riparatore con John Johns, un vicino con il quale avrà scambiato sì e no tre parole, un perfetto estraneo con il quale dovrà però vivere da quel momento in avanti.
E tra loro la situazione, oltre a partire con il piede sbagliato, va sempre peggio di anno in anno, nonostante trovino un’intesa sul piano fisico e costruiscano insieme una famiglia numerosa. Attratti l’uno dall’altra ma incapaci di comunicare, un po’ a causa dell’arretratezza culturale in cui questa protagonista viene cresciuta e in cui si barrica per non ammettere di essersi sbagliata, un po’ per i loro caratteri, Mary e John costruiscono un matrimonio ma non una vera unione tra loro, una convivenza che attraversa difficoltà e attimi anche di gioia pur senza riconoscerli, mentre le due metà dell’Irlanda sono in lotta tra loro e piangono i figli uccisi dai loro stessi fratelli.
Dovevamo capire dov’era il confine tra quello che era stato e quello che sarebbe stato ora che ci trovavamo incollati assieme nello stesso rivolo di melassa.
Ho amato molto la storia di Mary e John, mi hanno fatta arrabbiare e sospirare mentre loro evitavano di parlare, di affrontare il nodo dell’origine del loro matrimonio e di come, nel bene e nel male, abbiano trovato entrambi ciò che desideravano, ciò che non immaginavano di trovare, soprattutto non tra loro, dopo l’inizio turbolento della loro unione. Lo stile di Tish Delaney è intenso, pieno e attento mentre descrive attraverso gli occhi di Mary questo particolare periodo storico e come in esso si riflette la vita di personaggi fittizi ma mai così reali, così legati alle difficoltà della vita e testimoni del dolore e della sofferenza che chiunque, nelle due Irlande di quel periodo, può aver vissuto e dovuto superare.
Mi stava dicendo che mi aveva sempre voluta, fin dall’inizio, stupida che sono. Mi aveva cercata, e mi aveva trovata.
La Storia e il sangue che è stato versato sono centrali negli eventi che forgiano le esistenze di John e Mary, dei loro figli, e allo stesso tempo fanno da sfondo alla grande narrazione di queste vite che gravitano le une attorno alle altre, attraendosi a vicenda ma restando, per testardaggine e incapacità, ben distanti. C’è davvero tanto da scoprire nella fattoria dei Johns, e lo si fa con gli occhi a volte fin troppo ciechi di Mary, mentre attorno a lei tutto cambia, compresa la sua percezione del matrimonio e della vita con John. Esempio della tipica testardaggine irlandese, questa protagonista arriva quasi al punto di non ritorno prima di accorgersi che forse è arrivato il momento di affrontare la realtà e crescere, di accettare che forse ciò che si credeva di volere è infinitamente meno desiderabile di ciò che si ha.
È stato davvero bello scoprire una pagina, anche se buia, dell’Irlanda grazie a questa piccola chicca di Tish Delaney, un romanzo che vi consiglio vivamente di leggere!
Federica 💋
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