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Recensione “La strana indagine di Thomas Winslow” di Giacomo Festi

Buongiorno 😊

Tempo fa vi segnalavo questo romanzo e in questi mesi ho avuto il piacere di leggerlo! Per quanto il genere non sia quello che di solito prediligo, l’ho davvero una lettura interessante 😊 Ma lasciate che ve ne parli meglio.

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Info


Titolo La strana indagine di Thomas Winslow Autore Giacomo Festi Editore DueTreDue Edizioni Anno 2016 Genere Fantathriller Formato Cartaceo Pagine 320 Prezzo 10€ Link acquisto DueTreDue

Trama

Thomas Winslow è un uomo in fuga. Ma non fugge come le persone normali, egli segue il proprio metodo. Scappa di storia in storia, spostandosi quando avviene il climax del racconto e attraversando tutti i generi narrativi. Non sa perché fugge, sa solo che deve scappare. La fuga gli ha annebbiato il cervello, ma gli ha lasciato quella basilare informazione. Finché un giorno non viene catturato da degli uomini grigi che lo portano dal loro capo, tal Gillighan, il quale gli rivela che lui altri non è che il personaggio di una storia, dalla quale è fuggito, che giace in fase di stallo in attesa del suo reinserimento. Così Thomas viene immesso nella sua storia originale, nella quale è un detective degli Anni ’30 che deve indagare su un misterioso omicidio… ma l’indagine sarà più profonda di quanto possa aspettarsi. L’indagine più spaventosa e atipica di tutte. Quella dentro se stesso.

Parere

È un romanzo interessante, sia nella parte dedicata al poliziesco degli anni ’30 sia in quella più complicata e atipica del metaromanzo. La strana indagine di Thomas Winslow non è solo un noir dai canoni classici, dove il duro agente Thomas Winslow è disposto a tutto pur di portare a termine il caso che gli è stato affidato – uno di quei poliziotti da telefilm in bianco e nero sempre pronti a fare a botte ma con un fiuto speciale per le indagini – e dove il criminale è l’ultima persona che ti saresti mai aspettato, ma è anche una sorprendente riflessione sulle storie e sui personaggi che le abitano adopero, ed è l’aspetto più intrigante e sorprendente, proprio dello stesso Thomas Winslow. Permettetemi un piccolo passo indietro: vi ho detto che è un noir e che Winslow è un poliziotto. Questo in realtà lo si scopre dopo alcuni capitoli, perché all’inizio si incontra Thomas Winslow, un uomo in fuga attraverso le storie più disparate. A parte il suo nome, non sa nulla di sé, da chi o cosa stia scappando; Thomas sa che deve farlo. Il motivo lo ha dimenticato ma doveva essere importante si ha deciso di fuggire, perciò quando un racconto raggiunge il suo climax, lui, lo spettatore invisibile, deve saltare verso una nuova storia. E continua finché degli inquietanti uomini in grigio non lo catturano. È Gillighan, il loro capo, a spiegare a Thomas la verità: lui il protagonista di un racconto del quale è scappato e lo ha fatto da così tanto tempo da dimenticare quasi completamente la propria esistenza. Compito di Gillighan e dei suoi uomini è ritrovare i personaggi che si sono dati alla fuga e ricondurli al loto racconto, cosicché questo possa finalmente concludersi. Anche per Winslow è giunta l’ora do “tornare a casa” e dopo aver subito un doloroso innesto dei ricordi persi durante la fuga, ci si ritrova immersi nella storia di Thomas e nella sua indagine. In questa parte non mi addentro perché, anche se è ben scritta e ben strutturata, è l’anima dedicata al metaromanzo quella secondo me più interessante. Chi scrive ogni tanto si chiede se sia tutto frutto della propria immaginazione o sei in qualche modo i personaggi abbiano preso sopravvento sulla volontà dell’autore (A me capita fin troppo spesso di pormi questa domanda 😂) e in La strana indagine di Thomas Winslow si ha la curiosa ma stimolante possibilità di ragionare al contrario. Thomas Winslow è sì un personaggio, ma la fuga e il reinserimento nella propria storia gli hanno permesso di sviluppare una coscienza di sé distaccata da quella che lo rende parte del racconto poliziesco, portandolo spesso a interrogarsi su quali siano i suoi veri ricordi e atteggiamenti e quali derivino dalle esigenze della narrazione. Si chiede se abbia vissuto davvero ciò che ricorda o se siano solo delle false informazioni impiantate da Gillighan (che fa quasi le veci dell’autore) per indurlo a far proseguire il racconto. Ogni minimo atto o pensiero è velato di dubbio, compreso il libero arbitrio, in una riflessione sul rapporto tra autore e personaggio fatto dal punto di vista di quest’ultimo. Thomas è di certo un narratore inconsueto e del quale ci possiamo fidare solo quando dice dubitare, perché sono gli istanti in cui si libera delle briglie della narrazione e appare come se stesso, un personaggio di finzione che sa di essere tale e che per questo si chiede quale sia il valore della propria esistenza. L’intero romanzo si caratterizza per uno stile duro e diretto, proprio come il carattere dello stesso Thomas Winslow, uno stile che rende le sue riflessioni (e quelli degli altri personaggi, inconsapevoli agitatori dell’analisi metanarrativa) ancora più incisive e significative, in una lotta continua tra il dovere di accettare il proprio ruolo e il desiderio di far valere il libero arbitrio, una diatriba dove a vincere è l’accettazione e il compromesso da entrambe le parti.

voto4

Come sempre, spero che la recensione vi sia piaciuta e se vi ha un po’ incuriosito come romanzo, sono qui, tutta orecchie, per ascoltarvi!

Una piccola anticipazione: non mancate domani perché ho in serbo una sorpresa per voi 😄

A domani! Federica 💋

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