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[Recensione] “L’azzurro dell’amicizia” di Imma Pontecorvo

Buongiorno e buon Lunedì!

Finalmente riesco a essere un po’ più presente e la prima settimana di Novembre parte con la recensione di un super racconto!


Titolo L’azzurro dell’amicizia Autore Imma Pontecorvo Genere Narrativa per ragazzi Editore Youcanprint Pubblicazione 25 luglio 2019 Formato Kindle ~ Cartaceo Pagine 42 Prezzo 2,49€ (ebook) ~ 6,80€ (cartaceo) Acquisto Amazon

Alessia è un’adolescente come tante, con un’innata passione per la danza e soprattutto per la scrittura; da grande infatti sogna di diventare una giornalista. Condivide questi interessi con la sua migliore amica, Shaila, di origini indiane. Entrambe non hanno mai badato al diverso colore della pelle o alla differenza tra le proprie culture di origine. All’inizio del secondo anno di liceo, però, l’inserimento in classe di due ripetenti, Gilda e Iolanda, rompe gli equilibri. Fin dai primi giorni, Shaila viene aggredita dalle due bulle con insulti razzisti e minacce di violenza. Solo grazie al bene sincero che provano l’una per l’altra, Shaila e Alessia riescono a far sì che il bene trionfi sul male ridipingendo le loro vite di azzurro. Una storia di due adolescenti ispirata a fatti reali, che affronta i temi della disuguaglianza sociale, del razzismo e del bullismo, in contesti scolastici ed extrascolastici, e che intende aprire un dialogo tra adulti e minori, al fine di sensibilizzare le coscienze su questi temi che negli ultimi anni stanno condizionando la vita di molti adolescenti.

Alessia e Shaila sono amiche inseparabili e per loro nulla ha mai avuto più importanza delle passioni che le accomunano, delle gioie e delle esperienze che hanno contribuito a creare quell’amicizia. Quindi, una cosa insignificante come il colore della pelle o le origini indiane di Shaila non sono mai state fonte di alcun tipo di problema, né tra loro né con gli altri. Anzi, le due amiche si completano a vicenda, trovando quella rara persona dalla quale dipendere e per la quale si è disposti a tutto pur di tenerla al sicuro.

A differenza di me, infatti, aveva una personalità forte e decisa, e spesso forse un po’ mi lasciavo trascinare da queste sue caratteristiche che io definivo da leader. O magari era solo perché era sempre pronta a proteggermi e in diverse situazioni era stata la mia ancora di salvataggio e il mio faro.

Ma le cose, in questo mondo fin troppo cieco e insensibile, cambiano e si trasformano in un incubo quando, nella loro classe, arrivano due nuove alunne: Gilda e Iolanda, l’archetipo del bullo fatte e finite, che trovano in Alessia e, soprattutto, Shaila gli agnelli sacrificali alla loro cattiveria ingiustificata e ingiustificabile.

Dispetti, insulti e agguati si susseguono con un’intensità e una crudeltà crescenti, fomentati da un razzismo ignorante e sprezzante nei confronti delle autorità, che siano la famiglia, la scuola o lo Stato. L’azzurro dell’amicizia affronta il tema del bullismo attraverso gli occhi della vittima “collaterale”, lasciando ad Alessia il compito di analizzare, descrivere e trovare un senso ad azioni che, purtroppo, un senso vero e proprio non ce l’hanno ma che segnano e plasmano in negativo la sua vita, quella di Shaila e di un’intera classe, che nasconde la propria, comoda, omertà dietro a una scusa veramente poco credibile, se si passano due minuti a riflettere su chi siano davvero Gilda e Iolanda: non due tagliagole efferate, ma due bulle adolescenti.

Ero paralizzata e per questo non mi ero precipitata ad aiutare Shaila. Ero lì, ma troppo terrorizzata dalle minacce che mi erano state inflitte per riuscire a fare qualunque cosa. Era… era colpa mia. In fondo lo sapevo.

Questo racconto è molto breve, ma è una lettura intensa, destabilizzante, che mi ha fatta riflettere e mi ha riportata indietro nel tempo, alle mie scuole medie e ai miei bulli. Non è un periodo a cui ripenso spesso, e non perché loro abbiano avuto la meglio (affatto!), ma perché ho capito che quella me che provavano a escludere e mettere all’angolo non aveva, e non ha più, motivo di abbassare la testa. L’ho capito allora, nell’essere “bullizzata”, e me lo ha ricordato oggi questo racconto di Imma Pontecorvo, coinvolgendomi con il suo stile diretto e l’attenzione continua a quella forza che ti impedisce di parlarne, che ti blocca e spinge a sperare nel miracolo del diventare invisibile agli occhi del bullo. Un racconto che deve essere letto, incredibilmente reale (a parte qualche forse un po’ esagerato, ma possibile e passabile) e di ispirazione.

Io sostengo sempre che, quando si legge, non si possano forzare i gusti e affrontare un libro che non ci ispira… Qui però faccio un’eccezione: leggetelo! Occuperà un’ora del vostro tempo, ma sarà un’ora ben spesa, sia che vi siate trovati allo stesso posto di Alessia e Shaila, sia che abbiate vissuto ai margini di una situazione simile!

Infine, voglio ringraziare l’autrice, Imma Pontecorvo, e Daisy Raisi per avermi fatto leggere questo racconto incredibile! 

E mi raccomando: fatemi sapere se darete una possibilità a questo racconto 😉

Alla prossima Federica 💋

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