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[Recensione] "Handi-Gang" di Cara Zina

Buongiorno e buon lunedì!


La settimana inizia con la recensione di un romanzo francese inedito in Italia, una storia che mi ha colpito davvero tantissimo.

Titolo

Handi-Gang

Autore

Cara Zina

Editore

Libertalia

Pubblicazione

Giugno 2017

Genere

Narrativa contemporanea

Formato

Cartaceo (10€) ~ Digitale (4,99)

Pagine

288

Acquisto

« Depuis toujours on nous méprise, on nous ignore : le monde appartient aux valides. Il va falloir désormais compter avec nous. Nous que vous ignorez, que vous contournez et évitez de regarder. Nous, handicapés polymorphes, autistes, sourds, aveugles, IMC ou à mobilité réduite, nous voulons plus de représentations dans les médias, le corps médical, la fonction publique et au gouvernement. Nous exigeons plus de considération et plus d'aménagements. Nous sommes une force vive et il ne faudrait pas l'oublier, sinon on pourrait bien tout faire péter ! » Primo comunicato dell'Handi-Gang.


Cara Zina vive a Nancy, dopo diversi anni passati a Lione. Ha pubblicato Heureux les simples d'esprit nel 2008 (Robert Laffont). La sua penna è un po' affilata, un po' truculenta, piena di autoironia. In questo nuovo racconto, l'eroe è un adolescente portatore di handicap che vive da solo con la madre. Insieme al suo gruppo di amici, normodotati oppure no, decide di occuparsi del problema dell'accessibilità utilizzando un metodo diretto.

Sam è un giovane studente alle soglie del BAC (la maturità in Francia) e soffre di spina bifida sin dalla nascita, malattia che lo ha portato a utilizzare una sedia a rotelle. Peccato che la sua scuola, la città stessa e in toto lo Stato francese non facciano nulla per far sì la sua vita sia sostenibile e abbia le stesse possibilità di chi non ha problemi motori.

È proprio a scuola, con il rifiuto dell’istituto di installare una pedana sulle scale per accorciare il suo percorso verso le aule e la mensa, che inizia un piccolo progetto di sensibilizzazione, a iniziare dalla professoressa che, incurante del suo lungo percorso da dover seguire, continua a segnalargli dei ritardi sul registro. Che male c’è a tenere occupato l’ascensore così che la donna, abituata a usarlo per comodità, debba fare il giro delle scale? Non è certo colpa di Sam se le scale sono bagnate e la donna è poi scivolata, rompendosi una gamba.

Maintenant, j’ai décidé de cesser de subir. La peur va changer de côté.

Ed è grazie al migliore amico Kevin, alla sua ragazza Camille (che non è poi così favorevole) e un gruppo di altri ragazzi con diverse disabilità (visive, linguistiche, uditive e motorie) che inizia a riflettere sulle difficoltà che gli “abili” fanno vivere loro giorno dopo giorno rifiutandosi di creare un mondo in cui tutti possono sentirsi capaci di vivere secondo le loro necessità. Ed è dopo un incidente a Sam (convinto di scendere da un palco grazie a una pedana, cade perché qualcuno l’ha rimossa senza pensare) e un episodio poco piacevole a un loro amico che iniziano a gestire le condizioni dei diversamente abili in modo più pratico, mostrando con atti concreti com’è difficile vivere in un mondo non accessibile e non inclusivo, un mondo che cerca piuttosto di trovare una soluzione alle loro malattie piuttosto che dare loro la possibilità di avere una vita piena e in condizioni migliori.

Narrato principalmente da Sam e sua madre, come due punti di vista contrapposti attorno agli eventi che si susseguono in un ritmo sempre più serrato e più criminale, oltre che da qualche parte in terza persona per conoscere i pensieri di chi gravita attorno al gruppo e dà una visione e un’interpretazione diversa allo lotta della banda, Handi-Gang è una lettura complessa e divertente, oltre che a tratti difficile da digerire per la sua lucidità nel trattare certi argomenti, un libro che fa riflettere oltre l’immaginabile.

On cherche à changer leur nature plutôt que de l’accepter et d’améliorer leurs conditions de vie.

Tra iniziative pacifiche e rappresaglie più da delinquenti e difficili da imputare a dei giovani con disabilità, la Handi-Gang, questo il suo nome, porta avanti una politica di sensibilizzazione alquanto discutibile per colpa di un membro ben più aggressivo di quanto lo siano altri e con un'idea di lotta sociale più violenta ed estesa di quanto Sam e gli altri avessero pensato all’inizio.

Eppure, al di là degli atti e delle scelte discutibili, la riflessione sulla disabilità e su come questa viene percepita e fatta vivere colpisce con forza e lo fa portando davanti a tutto il diritto all’inclusione attraverso non la cancellazione o il ridimensionamento della difficoltà in sé, della malattia che rende invalidi, quanto piuttosto dei limiti esterni imposti dagli altri per cui quella stessa difficoltà risulta essere tale e perciò rende la vita difficile.

C’è un personaggio, tra tutti, che mi ha colpita di più: Kevin, l’amico più stretto di Sam. Kevin non ha nessuna disabilità, conosce però la lingua dei segni per via di suo padre e si impegna a sostenere la battaglia di Sam e della Handi-Gang perché, benché non spetti a lui e potrebbe anche farne a meno, vuole essere parte del cambiamento per trasformare il mondo in un posto migliore per tutti. Kevin, al di là tutto, vuole essere diverso da coloro che guardano dall’altra parte e non fanno nulla.

Tant que les gens ne seront pas moins cons, ça ne servira à rien de faire la révolution.

Altro contraltare presente nel libro, oltre alle due anime del gruppo, è quello tra la Handi-Gang e il mondo esterno, degli adulti, ma anche di chi è estraneo alla loro situazione e si stupisce di vedere tali atteggiamenti, richieste e comportamenti borderline da parte di chi, per la sua condizione, viene visto come remissivo e svantaggiato in partenza.

A parte la deriva violenta del gruppo, che li porta a essere tenuti sotto controllo da parte della polizia, la riflessione iniziale sull’essere stanchi di subire la dittatura dei “normodotati” e di chi fa finta di nulla davanti alle ingiustizie è il punto di partenza perfetto per analizzare come chi convive con una malattia di qualunque tipo ma che viene definita invalidante si trovi davanti a un muro di preconcetti, ignoranza e miti da sfatare capace di rendere la vita impossibile molto più della malattia stessa.

Handi-Gang è un libro con una chiara visione della vita e dei suoi funzionamenti, una visione per cui si può arrivare forse a un compromesso se e quando le persone smetteranno di comportarsi da imbecilli e inizieranno a vedere l’altro secondo un metro di giudizio diverso da quello che viene definito “normale” ma che, a conti fatti, non esiste davvero.

Se conoscete il francese vi consiglio assolutamente di leggerlo, perché vi permetterà di cambiare punto di vista sulla disabilità e su come questa permette di vivere, su come viene percepita.


Federica 💋

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