Buon Lunedì halloweenesco a tutti 🎃
Come potete immaginare dal titolo, il primo Mostro della settimana è una creatura con i canini aguzzi, che si nutre di sangue e che fa parte del nostro immaginario dell’orrore da parecchi secoli. Pronti per quest’intervista?
Locandina
Informazioni generali
Titolo: Intervista col vampiro Titolo originale: Interview with the Vampire: The Vampire Chronicles Regia: Neil Jordan Anno: 1994 Genere: Horror, drammatico, fantastico Lingua: Inglese Paese di produzione: Stati Uniti d’America Soggetto: Anne Rice (romanzo Interview with the Vampire) Sceneggiatura: Anne Rice
Trama
San Francisco. In una stanza d’albergo un giovane giornalista ascolta la storia di Louis, un ricco proprietario terriero tormentato dalla perdita della moglie e della figlia, che dopo esser stato morso da un vampiro, riemerge dalle acque del Mississippi con una seconda vita ricca di possibilità e guidata dal vampiro Lestat de Lioncourt.
Cast
Tom Cruise è Lestat de Lioncourt
Brad Pitt è Louis de Pointe du Lac
Christian Slater è Daniel Molloy
Kirsten Dunst è Claudia
Antonio Banderas è Armand
Trailer
Parere
Reinterpretare una figura classica come quella del vampiro non è mai facile, perché si incorre inevitabilmente in paragoni. Però i vampiri ri-creati da Anne Rice a partire dal 1976 sono qualcosa di diverso e questa trasposizione credo renda loro giustizia.
Intervista col vampiro è un film molto bello, interessante nella resa storica delle ambientazioni e dei costumi, ma anche notevole per gli attori che danno vita ai vari personaggi.
Per essere un film di metà anni ’90 i pochi effetti speciali sono ben fatti e visti adesso, anche mettendoli a confronto con le tecniche moderne, non ridicolizzano la pellicola ma la rendono credibile. È più un lavoro di trucco che di effetti speciali e questo funziona a meraviglia nel rendere perfetta la fisionomia dei vampiri (anche se la base di partenza fa la maggior parte del lavoro), nel trasformare in alabastro la loro pelle e nel donarle un colorito vivo subito dopo aver saziato la fame di sangue.
Le ricostruzioni degli ambienti, degli abiti e della società nel corso di due secoli è sapiente e trasporta in tutto e per tutto attraverso lo scorrere del tempo senza mai portarti a dubitare della verosimiglianza della messinscena.
Dicevo che è un film notevole per i personaggi e gli attori che li interpretano e sono convinta che siano loro la vera chiave di volta, l’elemento portante, della storia, anche solo per i nomi che ricoprono i ruoli principali.
La voce narrante è affidata a Brad Pitt, il vampiro Louis de Pointe du Lac, che dopo secoli di silenzio si convince a raccontare la propria vita da immortale. Tutto ruota attorno a quest’intervista che Louis concede, anzi vuole rilasciarla lui stesso, a Daniel Molloy (Christian Slater), un giornalista, al solo scopo di dimostrargli che vivere per sempre non è meraviglioso, ma è un supplizio che ti priva delle cose più belle della vita (tentativo che si risolverà in un fallimento). La consapevolezza di quanto sia limitata questa seconda esistenza nasce da una continua lotta interiore tra un’umanità che non vuole dimenticare e le necessità che la sua natura di vampiro comportano, ma anche da un profondo risentimento nei confronti dei suoi simili per averlo privato dell’unica persona davvero importante per lui:
Claudia, la vampira costretta a vivere per sempre nel corpo di una bambina e interpretata da una giovanissima ma non per questo meno meravigliosa Kirsten Dunst.
Sotto i riflettori di questa storia passano anche Antonio Banderas – che si trasforma in Armand, il vampiro a capo de Le théatre des Vampires a Parigi e che diventa un secondo mentore per Louis, per poi tradire la sua fiducia nel non opporsi alla cattura di Claudia – e Tom Cruise, il vero coprotagonista/antagonista de Intervista col vampiro.
Cruise interpreta Lestat de Lioncourt, il creatore di Louis e Claudia, e tra i tre è il vampiro che rispecchia la versione classica di questi mostri horror e gotici, perché si crede, e alla fine si dimostra tale, potente e al di sopra della condizione umana. Gli umani non sono nulla per lui se non prede e ha una concezione dei vampiri che è assimilabile a quella di Dio per chi crede, anzi i vampiri, in tutto il loro splendore, godono delle stesse prerogative di una divinità. Una visione che si scontra con quella di Louis e che li porta inevitabilmente a separarsi, ma che rappresenta l’altro lato della medaglia per chi (come il giornalista) vede nell’immortalità una via ricca di possibilità e non una prigione. Tra i due, tra Louis e Lestat, ho preferito il primo per tutto il film, perché è umano nonostante sia una creatura in stasi tra il regno dei vivi e quello dei morti, ma nel finale anche Lestat ha avuto la sua occasione per farmi ricredere. Perché c’è questa forte attrazione verso i vampiri? Perché sono belli, ovvio, ma non solo. Il loro essere sul baratro dell’esistenza, non-morti e non-vivi al tempo stesso, li rende estremamente affascinanti per noi che non possiamo che conoscere un solo modo; noi conosciamo solo attraverso il nostro essere vivi e ciò che accede dopo la morte non ci è concesso di saperlo. Lestat mi è piaciuto perché rappresenta proprio tutto quello che ci terrorizza ma che desideriamo e gioca sapientemente su questa nostra debolezza – è il diavolo tentatore, fornisce la possibilità di scegliere che tanto vorremmo avere e che ci è preclusa, ricordandoci poi perché quasi preferiamo quell’esistenza a metà.
Voto
Il film è famosissimo, quanto il libro dal quale è tratto, perciò sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi di questa Intervista con il vampiro! Vi aspetto e nel frattempo vi do appuntamento a domani con un nuovo Mostro per Singing in the Rain 😈
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