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  • Immagine del redattorefedecaglioni

Potrebbe piovere #3 : Il giovane favoloso

Buon Lunedì e ben ritrovati per un nuovo appuntamento di Potrebbe piovere!

La rubrica filmosa oggi si occupa di un personaggio ottocentesco spesso sottovalutato e sicuramente snobbato dalla maggior parte degli studenti: il Conte Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi!


Locandina


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Informazioni generali

TitoloIl giovane favoloso Regia: Mario Martone Anno: 2014 Genere: Biografico, storico Lingua: Italiano Paese di produzione: Italia Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo

Trama

Il film racconta la vita Giacomo Leopardi, partendo dalla sua giovinezza, trascorsa a Recanati nello studio di Latino, Greco, Ebraico, Aramaico e Inglese nella ricca biblioteca costruita dal padre. Giacomo, uno spirito inquieto, inizia a scrivere i primi componimenti, scontrandosi con l’opinione di due genitori troppo legati alle convenzioni e alle tradizione. Nel 1820 la svolta: Giacomo diviene libero di viaggiare per l’Italia, scoprendone le idee, i luoghi e gli artisti, fino al 1837, anno in cui muore durante il soggiorno a Napoli.

Cast

  1. Elio Germano: Giacomo Leopardi

  2. Edoardo Natoli: Carlo Leopardi

  3. Isabella Ragonese: Paolina Leopardi

  4. Federica De Cola: Paolina Ranieri

  5. Michele Riondino: Antonio Ranieri

  6. Massimo Popolizio: Monaldo Leopardi

  7. Anna Mouglalis: Fanny Targioni Tozzetti

  8. Valerio Binasco: Pietro Giordani

  9. Paolo Graziosi: Carlo Antici

Trailer


Parere

Ho desiderato vedere questo film per tanto tempo, sin da prima della sua uscita, ma a causa di alcuni impegni è rimasto nel limbo dei “Lo guarderò” fino ad ora. Quando si desidera qualcosa per così tanto, poi le aspettative sono tante e le mie nei confronti di questo film rasentavano l’Everest delle aspettative. Le ha soddisfatte meravigliosamente! Questo nuovo ritratto di Giacomo Leopardi mi ha trasmesso di nuovo la voglia di leggere le sue poesie, perché ridona all’autore fossilizzato nei manuali di letteratura italiana la dimensione umana e reale che più gli è propria e che di diritto gli spetta. Martone scandisce la pellicola in due grandi periodi: “Sette anni di studio matto e disperatissimo”, dove seguiamo Giacomo, con la sorella Paolina e il fratello Carlo, lungo tutta quella fase di sviluppo e crescita interiore che lo porta a comporre le prime opere; e “Dieci anni dopo”, quando ritroviamo Leopardi l’autore affermato, che a Firenze intrattiene i veri rapporti con le altre menti importanti della sua epoca e dove inizia a maturare quel cambiamento nella sua poetica e nelle idee. Sono due periodi anche geograficamente distinti, perché il primo è interamente ambientato a Recanati, il luogo natio/la prigione, mentre il secondo vede Giacomo spostarsi, essenzialmente verso il Sud, fino a Napoli.

Vero fattore di sorpresa è l’accostamento di brani moderni a una pellicola di carattere storico, ma è una scoperta che mi ha catturata invece di farmi storcere il naso. Erano perfetti per descrivere lo stato emotivo o per accompagnare un particolare momento nella vita di Leopardi. Sono anche serviti a staccare il poeta dalle pagine e a trasportarlo in carne e ossa nella modernità, perché sono convinta che, se fosse vissuto adesso, Leopardi si sarebbe rifugiato in testi e canzoni simili a quelle che sono state usate nel film. Le poesie ne Il giovane favoloso assumono finalmente il carattere che è loro proprio. Niente dichiarazioni in pompa magna o con un’enfasi fuori luogo, bensì la pacatezza di un animo assorto nella contemplazione e nella composizione poetica. Sono recitate nella loro interezza, mentre sotto gli occhi scorrono le immagini dei luoghi che Leopardi potrebbe davvero aver visto e ai quali potrebbe essersi ispirato, così da poter apprezzare il loro emergere dall’esperienza quotidiana.

Questo fluire scandito dai moti dell’anima di Leopardi è dato dalla recitazione di Elio Germano, che incarna una versione umana e non solo letteraria del poeta che più esemplifica il lato meno realista del nostro Ottocento. In questo film ci troviamo di fronte Giacomo, non Leopardi, al quale viene restituita la sua dimensione emotiva e che ci coinvolge nelle proprie riflessioni, nella propria malinconia. Ciò che mi è piaciuto di più è che questo Giacomo non si lascia guardare con pietà. Non è a causa della sua cagionevole salute che ha sviluppato la proprio poetica, definita dagli altri “pessimista”, e nel rivendicare la propria autonomia lo dice chiaramente: “Non attribuite al mio stato quello che si deve al mio intelletto”. È un film completo, molto bello e che mette in luce la straordinaria attualità di Leopardi.

Voto


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Bene, bene, bene 🙂 sono proprio soddisfatta di questo film! Se lo avete visto, sono tutta orecchie per i vostri commenti. Se, invece, dovete ancora vederlo, non aspettate oltre!

Ci risentiamo domani 💋

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