top of page

“La sedicesima luna” di K. Garcia e M. Stohl

Buongiorno 😊

Come sta procedendo la vostra settimana?? La mia è abbastanza tranquilla, se escludo che tra un paio d’ore sarò in università per ufficializzare l’esito di un esame 😅 Dovrebbe essere una pura formalità, ma si tratta sempre di un appello e credo che non mi passerà mai l’ansia!

Per vostra fortuna, però, sono qui per raccontarvi qualcosa di un po’ più piacevole, un libro che mi ha sorpresa in positivo!

Info


Titolo La sedicesima luna Titolo originale Beautiful Creatures Autore K. Garcia e M. Stohl Traduzione M. C. Leardini Saga Caster Chronicles Vol.1 Editore Chrysalide Mondadori Anno 2011 Anno prima edizione 2009 Genere Fantasy, Young Adult Formato Ebook Pagine 519

Trama

Le notti di Ethan sono tormentate da strani sogni che hanno per protagonista una misteriosa e bellissima ragazza. Un giorno, nel cortile della scuola, Ethan se la ritrova davanti. È Lena Duchannes, “la ragazza nuova” appena arrivata in città, nipote di Macon Ravenwood, il vecchio eremita pazzo che vive ai confini di Gatlin. Lena è diversa da qualsiasi ragazza Ethan abbia mai incontrato, talmente diversa che a scuola viene subito emarginata. Solo lui, assecondando l’inspiegabile connessione che sembra legarli, la avvicina e se ne innamora perdutamente. Ma Lena nasconde un segreto: la terribile maledizione che da generazioni perseguita la sua famiglia e che si compirà il giorno del suo sedicesimo compleanno.

Parere

Gatlin, Carolina del Sud. Una cittadina come tante in cui vivono solo due categorie di persone, “gli stupidi e gli ingabbiati” e dove la famiglia del giovane Ethan Wate abita da generazioni, sin dalla guerra civile tra Nordisti e Sudisti e dalla quale lui vuole disperatamente andarsene.

C’erano solo due categorie di persone nella nostra cittadina: gli stupidi e gli ingabbiati. Così mio padre aveva affettuosamente classificato i nostri compaesani. «Quelli che sono costretti a restare o sono troppo stupidi per andarsene. Tutti gli altri trovano una via d’uscita»

E Ethan vuole essere quel qualcuno, perché Gatlin è diventata troppo piccola, troppo stretta, sin da quando sua madre è morta e suo padre vive segregato nel suo studio con la scusa di dover assolutamente terminare il suo ultimo romanzo. O così ha sempre creduto, almeno fino all’arrivo di Lena Duchannes. Lei, come tutte le ultime arrivate in una piccola comunità, viene emarginata immediatamente ma questo a causa della sua parentela con Macon Ravenwood, considerato l’eremita della comunità, una persona ritenuta pericolosa e chiamata con il nomignolo dispregiativo di Boo Radley (personaggio de Il buio oltre la siepe di Harpen Lee). È diversa da tutte le ragazze di Gatlin e la sua intelligenza, nonché il senso di ironia con cui cerca di controbattere alle frecciatine dei compagni di scuola, sono quello che attrae l’attenzione di Ethan e che lo spinge ad andare oltre la differenza “noi/loro” che tutta la cittadina sembra così interessata a portare avanti, soprattutto attraverso la voce della signora Lincoln. Questo, in un modo del tutto inaspettato, porterà Ethan a scoprire i segreti della famiglia di Lena, ma anche della stessa Gatlin, della sua famiglia e anche del passato che sembra influenzare le loro vite, in una corsa contro il tempo verso il sedicesimo compleanno di Lena e la maledizione che la minaccia. Il primo volume della saga di Caster Chronicles (che in Italia è diventata inspiegabilmente Beautiful Creatures) mi ha colpita per due aspetti: da un lato, la possibile veridicità delle diverse reazioni e ripicche che i cittadini di Gatlin, un paesino ancorato alle proprie credenze e radici, hanno all’arrivo di Lena; dall’altro, il modo in cui Ethan reagisce, vive e racconta le sconvolgenti scoperte che cambiano la sua vita da quando lei entra a farne parte. Spesso mi sono chiesta se, per verità o finzione, esistessero davvero persone così mentalmente chiuse come mi è capitato di vedere e leggere. Quello che trovo assurdo sono le convinzioni da medioevo che sembrano caratterizzare certe persone, lo stesso tipo che qui stigmatizzano Lena e la sua famiglia, e (coincidenza o no) mi sono ritrovata a leggere di una madre americana che ha reinventato la saga di Harry Potter così che i suoi figli potessero leggerla senza correre il rischio di diventare degli stregoni… Questa signora, tale Grace Ann, mi ha subito ricordato la signora Lincoln, la madre di Link (il migliore amico di Ethan) che ha staccato il cavo della tv mentre i due ragazzi stavano guardando proprio un film del mio maghetto preferito. Un comportamento incredibile, ma che rende immensamente reale la finzione narrativa di questo romanzo, un elemento che va decisamente a suo favore. Ma vi dicevo anche di Ethan. Ebbene, per una volta il punto di vista è quello maschile ed è lui a vestire il ruolo di comune mortale che si ritrova faccia a faccia con la magia senza sapere cosa fare, mentre Lena è la Maga che cerca di affrontare la propria natura fino al suo sedicesimo compleanno, notte in cui sarà reclamata dalla Luce o dalle Tenebre e in cui potrebbe cambiare per sempre. È interessante questo aspetto perché si assiste allo sviluppo della trama attraverso gli occhi del coprotagonista, la spalla del personaggio principale, in quanto è Lena il centro di ogni evento o azione, in una visione che ci permette di conoscere anche le impressioni, i pensieri e i sentimenti della controparte. È come se la storia della lotta di Lena fosse raccontata dal lato del b-side (come nelle cassette a nastro), solo che questo b-side corrisponde alla vita del suo ragazzo. È un tipo di narrazione che non ho mai incontrato prima e che ha reso la lettura interessante e curiosa perché Ethan, anche se il suo coinvolgimento nella vita di Lena non è casuale, alla fine resta se stesso, un comune essere umano senza capacità magiche di alcun tipo (che ancora si sappia). Lo stile è semplice e lineare, come può esserlo un normale sedicenne preso dallo sport, dalle uscite con gli amici e dai primi tentativi con le ragazze, ma è accattivante perché permette di scoprire i misteri del mondo di Lena con uno sguardo attento e preciso e con un guizzo di sorpresa e humor che non guasta mai. I personaggi in questo modo emergono dalla storia grazie alle loro azioni e alle parole, più che con elaborate e complicatissime descrizioni, portando alla luce dei tipi umani complessi ma lo stesso tipici di un certo contesto socio-culturale: c’è Amma, la veggente che tanto mi ha ricordato quelle signore di New Orleans esperte di vudù e che parlano con i morti; Marian, la bibliotecaria con la testa sempre tra le nuvole e una citazione enigmatica sulle labbra, che ho adorato dal primo minuto per la sua spigliatezza e la convinzione che i libri ci vengano in aiuto nel momento del bisogno; Macon, così strano e particolare con il suo fascino anni ’40 e l’incapacità di capire per quale motivo nessuno lo abbia mai visto in città, è uno dei personaggi che più ho trovato simpatici e intriganti; la signora Lincoln, la peggior megera che possa esistere, capostipite della “americanità” più becera e ignorante con la convinzione che il suo operato sia ciò che serve all’interesse comune e al quieto vivere della comunità. È una storia adolescenziale con due giovani protagonisti, ma non per questo non si apprezza anche a età diverse. Anzi, a distanza dall’età in questione è un libro che permette di capire sia il perché delle decisioni prese dai personaggi più adulti, sia le contraddizioni e le motivazioni che caratterizzano Lena e Ethan, creando una lettura a più livelli, nonostante l’unico punto di vista.

Mi è davvero piaciuto come libro e magari quest’estate proseguirò la saga con gli altri tre volumi 😊 Voi la conoscete?

Adesso scappo a prepararmi e non preoccupatevi se non rispondo subito, riprenderò il controllo del blog una volta tornata dall’esame!

A presto Federica 💋

0 commenti

Post correlati

Mostra tutti
bottom of page