Buongiorno!
Oggi fa ritorno sul blog una scrittrice che io ho adorato con il suo primo romanzo: Paula Hawkins!
Titolo Dentro l’acqua Titolo originale Into the Water Autore Paula Hawkins Traduzione B. Porteri Editore Piemme Anno 2017 Genere Thriller Formato Cartaceo Pagine 372 Prezzo 19,50€ Acquisto Amazon
Quando il corpo di sua sorella Nel viene trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell’Inghilterra, Julia Abbott è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi, spezzati, confusi, a volte ambigui, l’hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso che Nel è morta, è il momento di tornare. Di tutte le cose che Julia sa, o pensa di sapere, di sua sorella, ce n’è solo una di cui è certa davvero: Nel non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne che, negli anni, vi hanno trovato la fine – donne “scomode”, difficili, come lei -, ma mai e poi mai le avrebbe seguite. Allora qual è il segreto che l’ha trascinata con sé dentro l’acqua? E perché Julia, adesso, ha così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente come l’acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra.
Nel è appena morta, vittima anche lei dello “Stagno delle Annegate”, quel piccolo lago che ha segnato la storia di Beckford, delle sue donne, e che adesso segna anche inesorabilmente la vita di Julia, una trentenne che rifugge qualsiasi tipo di legame e che, a causa della tragedia che ha coinvolto sua sorella maggiore, si trova costretta ad affrontare ricordi e segreti del passato, in un viaggio a ritroso negli eventi che l’hanno spinta ad allontanarsi da Beckford e da tutti coloro che vi abitano. Ma non solo, perché la scomparsa di Nel ha anche un legame con le storie raccontate a proposito delle donne “famose” di Beckford, tutte le quali, per un motivo o per l’altro, hanno trovato la morte nello stesso tragico luogo, lo Stagno delle Annegate: da Libby, accusata di stregoneria nel 1600, a Katie, adolescente suicida, morta da solo qualche mese senza un vero motivo. E tutte, secondo l’enigmatica definizione della stessa Nel, erano donne “difficili da gestire”. Però, ed è questo che costituisce il grande impianto di questo libro, non è solo Julia a dover far fronte alle conseguenze e agli interrogativi scatenati dalla morte di Nel. Questo evento tragico ruota attorno e si immette nelle esistenze della comunità di Beckford, le plasma e le spinge ad interrogarsi, a rivelare dettagli e segreti che sembrano slegati tra loro ma che, in un fluire pacato e costante, si rivelano legati proprio da un elemento di apparente divisione, quello Stagno e le donne che lo hanno trasformato in un luogo di dolore e morte, ma anche di profonda liberazione. I punti di vista si moltiplicano, spaziano da Julia a Lena, figlia di Nel e migliore amica di Katie, entrambe convinte del gesto volontario dell’ultima “vittima” dell’acqua; ci sono Sean, detective un po’ spaesato che si trova a rivivere attimi dolorosi del proprio passato, ed Erin, la collega che indaga sulla morte di Nel e che meglio degli altri riesce a capire i dettagli oscuri del caso; il vecchio Patrick e una serie di personaggi secondari che con la loro voce corrono a riempire i vuoti negli eventi che hanno portato alla morte di Nel e che, così facendo, contribuiscono ad allargare il dubbio su ciò che sia realmente accaduto.
Il fatto è che a volte il fiume si gonfia, per esempio dopo una pioggia abbondante. Si ribella, risucchia la terra e la rivolta, facendo ricomparire oggetti persi da tempo: ossi di agnello, stivali da bambino, un orologio d’oro inghiottita dal fango, un paio di occhiali appesi a una catenella d’argento. Un braccialetto con il gancetto rotto. Un coltello, un amo da pesca, un piombino. Lattine e carrelli del supermercato, detriti, oggetti di qualche valore e altri del tutto insignificanti. E non c’è niente di strano: è così che vanno le cose, è così che funziona il fiume. Può ripercorrere il passato, riportarlo alla luce e rovesciarlo sulla sponda, sotto gli occhi di tutti. Le persone, invece, non possono farlo. Le donne non possono farlo: se inizi a chiedere in giro, a mettere avvisi nei negozi e nei pub, a scattare fotografie, a parlare con i giornalisti e a fare domande su streghe, donne e anime perse, non stai cercando risposte, ma soltanto guai.
E la costante in tutte le loro storie, come vi dicevo, è il fiume, con lo Stagno, con le sue acque torbide che bene rappresentano la memoria umana e la sua vacuità, il suo depositarsi strato su strato e nascondere certi ricordi, salvo poi restituirli in modo del tutto casuale, più o meno chiari, più o meno veritieri. Ognuno dei personaggi nasconde dei segreti, legati all’acqua, a Nel e al suo interesse per un luogo e delle donne colpevoli solo di essere state troppo ardite, troppo decise, troppo loro stesse. Lo stile di Paula Hawkins cattura e coinvolge, sia nella trama che emotivamente con i personaggi, esattamente come accade con la protagonista e narratrice inaffidabile de La ragazza del treno. Sulla scia del suo primo romanzo, anche in Dentro l’acqua è bene non fidarsi di ciò che ci viene raccontato, perché la verità è inafferrabile, quasi quanto l’acqua, e solo alla fine, forse, ci è dato sapere chi e cosa ha scatenato quella tragica aura che aleggia su Beckford e sul suo fiume. Tuttavia, diversamente dall’altro romanzo, le grandi aspettative nate nel corso della storia, a mano a mano che quei segreti vengono rivelati, si scontrano con una conclusione a mio avviso riduttiva, insoddisfacente e dispersiva rispetto alla trama e all’inizio della storia. Ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa al finale, che la tensione accumulata fino a quel momento attraverso la successione di eventi non abbia avuto il giusto scioglimento, con ancora molti punti oscuri da dipanare nelle due anime della trama, una legata alla morte di Nel e una per tutte le altre donne dello Stagno delle Annegate, e per Katie in particolare.
Carino, ma nulla di spettacolare, né eclatante. Mi aspettavo di meglio ed è un peccato, perché con La ragazza del treno Paula Hawkins mi aveva conquistata…
Spero che i prossimi libri per il mio #LiberaLoScaffale2018 mi risollevino un po’ il morale (e le aspettative)!
A domani Federica 💋
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