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Una scribacchina bagnata fradicia #37 : Dieci piccoli racconti (Terza parte)

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GIORNO 5 – UMA

«Abracadabra. Da bambino diventi… capra!» «Beeeeeeeeeh» Entrando nella sala ricreativa vengo accolta dai belati di Tim e dalle risate degli altri. Qualcosa mi dice che Uma questa mattina si è svegliata più forte che mai e sta convincendo tutti che è davvero una piccola strega. «Lizzy!!» esplodono le loro voci quando mi avvicino e mi inginocchio tra Ricky e Paula. «Ciao. Cosa fate di bello?» «Uma ha appena trasformato Tim in una capra, Vivian in un cavallo e Sarah in uno scoiattolo» Marco mi aggiorna mentre gli interessati nitriscono e belano nell’ilarità generale. «E non sono reversibili» Sarah sembra seccata mentre rivolge alla bimba con indosso un cappello a punta un’occhiata di traverso. «Allora oggi niente storia? Se tutti non sono ai loro posti non posso iniziare» «Abracadabra. Scoiattolo, cavallo e capra ritornano Tim, Vivian e Sarah» Non capisco perché ma la convinzione di Uma mi fa sorridere. Crede ancora nella magia nonostante tutto. «Tutti normali?» la streghetta annuisce. «Allora possiamo iniziare!» La storia di oggi racconta di un mondo in cui streghe e maghi vivono nascosti da chi non ha alcun potere, i Muggles. L’universo magico ha il suo Primo Ministro, i negozi, la banca e soprattutto una scuola in cui i giovani maghi e le giovani streghe possono imparare tutto ciò di cui anno bisogno. Tra di loro c’è anche Harry, famoso per aver sconfitto il più grande nemico dei maghi, colui che non deve essere nominato, il Signore Oscuro. All’inizio del terzo anno scolastico la vita di Harry però si complica: Sirius Black, un pericolosissimo criminale, è evaso da Azkaban, la prigione dei maghi da cui nessuno era mai riuscito a scappare e lo sta cercando.  Alla caccia di Black vengono mandati i Dissennatori, pericolose creature che sottraggono ogni pensiero felice, ogni energia a chiunque vi si avvicini, che creano non pochi incidenti con gli studenti della scuola, soprattutto con Harry, che per difendersi deve imparare un incantesimo chiamato Incanto Patronus e lo fa grazie al professor Lupin. «Come funziona l’incantesimo?» chiede Uma, che scalpita per fare domande da quando ho iniziato.  «Devi pensare al ricordo più felice che hai, intensamente, e poi dire Expecto Patronum.  Se ci riesci, dalla tua bacchetta esce una luce che fa allontanare il Dissennatore» «E perché quel Black dà la caccia a Harry?» «Beh perché lavora per il Signore Oscuro e ha detto ai cattivi dove potevano trovarli» «Ma se stava con i cattivi come hanno potuto catturarlo?» «Perché ha fatto sparire tredici persone, tra cui l’amico Peter Minus, in una strada affollata di Muggles» Visto che sono tutti attentissimi proseguiamo in fretta, arrivando quasi al finale. «Harry e i suoi amici Ron e Hermione, dopo aver assistito alla…» potrò usare la parola “morte” con loro? «A cosa, Lizzy?» gli occhietti spalancati di Tim, Uma, Ricky e qualcun altro mi bloccano. No, non posso. «Alla cattura di Fierobecco, l’Ippogrifo del loro amico Hagrid» Ivy mi viene in aiuto con un’alzata di spalle quando gli altri le chiedono se conosce anche lei la storia. «Io però non ricordo come continua» «Sapete cos’è un Ippogrifo?» tutto scuotono la testa, compreso Marco, la mia piccola enciclopedia. «È una creatura metà aquila e metà cavallo, con un becco davvero tagliente» «Perché lo hanno catturato?» «Perché senza volerlo ha fatto del male a uno studente di nome Draco e suo papà ha preteso che fosse catturato. Dicevamo che Harry, Hermione e Ron, dopo aver perso Fierobecco, sono attirati in un posto chiamato Stamberga Strillante, una casa abbandonata, e qui i tre trovano Sirius Black e il professor Lupin, suo amico» alla rivelazione mi trovo davanti nove facce sconvolte e una che finge molto bene. «Ma Lupin racconta che lui, Sirius, Peter e James, il padre di Harry, erano amici per la pelle e che Peter, chiamato anche Codaliscia, non è scomparso davvero, ma si è trasformato in topo e ha vissuto nella famiglia di Ron. È stato lui a tradire i genitori di Harry, mentre Sirius, suo padrino, ha sempre fatto di tutto per proteggerlo e difenderlo» L’ingresso dell’infermiera non mi ferma ma vedo che è quasi ora che i bambini tornino in camera. «A questo punto sembra tutto risolto, ma Lupin inizia a sentirsi male e si trasforma in un lupo mannaro» «Evvai un mostro!!» esulta Tim ma non posso lasciarlo continuare perciò riprendo subito, arrivando a come Sirius ed Harry, circondati e quasi sconfitti dai Dissennatori, riescono a salvarsi solo grazie a un potentissimo Incanto Patronus lanciato dallo stesso Harry. «Ma se Harry era caduto accanto a Sirius come ha fatto?» «Qui viene il bello. C’erano due Harry» «Cooooosa?» per la foga il cappello di Uma le cade sugli occhi ma lo toglie subito per fissarmi esterrefatta. «Due Harry, perché lui e Hermione, dopo la cattura di Sirius, tornano indietro nel tempo con una collana Giratempo. Per prima cosa salvano Fierobecco e poi anche Sirius dai Dissennatori, facendolo scappare proprio con l’Ippogrifo» «E Peter Minus?» «Purtroppo è scappato quando Lupin si è trasformato. Ma non preoccupatevi, lo prenderanno» Quando mi alzo per andarmene ci sono Uma, Vivian, Zack, Sarah e Marco tutti intenti a esercitarsi negli stessi incantesimi che ho usato nella storia e ridono a più non posso. Anche Gregory è abbastanza indaffarato. Mi sembra quasi di sentirgli pronunciare il nome Dinka mentre si allontana con Ricky e un infermiere. Sono qui da cinque giorni, ma mi sembra passato un secolo visti quanti cambiamenti sono avvenuti.

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GIORNO 6 – PAULA

Oggi ci sono solo nove bambini ma la mia responsabile mi ha detto di non preoccuparmi e fare esattamente come gli altri giorni. I miei bimbi hanno protestato un po’ vedendo che non ho aspettato Ricky prima di iniziare; sono riuscita a convincerli solo dicendo che sarebbe stato compito loro raccontargli la storia di oggi. Eppure sembrano più irrequieti e faticano a stare attenti. «D’accordo, basta storia» li testo, quando trovo Tim e Gregory che parlano tra loro. «Non continuo finché non mi raccontate cos’è successo fino ad adesso» Silenzio. Scuoto la testa. «Che vi succede?» «Non vediamo Ricky da ieri pomeriggio» è Ivy a parlare per tutti. «Di solito la mattina passa con l’infermiera per andare in giardino, ma oggi non è uscito dalla sua stanza» «Sono sicura che ci sarà un motivo. Non serve preoccuparsi senza sapere perché e sono convinta che vorrebbe sentire la storia, perciò dovete stare attenti anche per lui» li guardo uno per uno e sento che sono preoccupati e spaventati ma non c’è molto che possa fare per loro. Li posso distrarre ma il pensiero non se ne andrà. «Paula ti va di aiutarmi?» mi alzo e mi avvicino al grosso armadio dei giochi contro la parete. «Vieni qui un secondo» La più piccola si alza e mi si avvicina. «Cosa devo fare?» Dando la schiena agli altri le sussurro all’orecchio di entrare nell’armadio e di uscire solo quando mi sentirà dire Lucy. La aiuto a fare ciò che le ho chiesto e poi torno a guardare il gruppo. «Chi sa dirmi dov’è Paula?» mi fissano come se fossi matta, nessuno escluso. «Non dite nell’armadio» «Ma se è lì!» Sarah incrocia le braccia al petto. Da grande potrebbe diventare fastidiosa, una di quelle ragazze che credono di sapere tutto. «Sbagliato! E pensare che vi stavo raccontando una storia…» fingo di allontanarmi ma la vocina di Zack che grida “Narnia” mi blocca. «Narnia?» chiedo, guardandolo come se non capissi. «È andata a Narnia» Marco lo aiuta. «Una terra magica dove sono andati anche quattro fratelli dopo essere passati attraverso un armadio» «Non credo di conoscerli» mi appoggio all’armadio con una spalla e incrocio le braccia. «Si chiamano Peter, Susan, Edmund e Lucy» «Con loro c’è anche un fauno di nome Tumnus» Tim e la sua attenzione alle creature vagamente mostruose non deludono mai. «E una vecchiaccia da cui devono scappare» «È la Strega Bianca, non una vecchiaccia» Uma lo riprende con fastidio. «È la regina di Narnia. Ma è la cattiva» «Perché secondo una leggenda i fratelli porteranno la pace» «Ah! E cosa fanno questi quattro fratelli?» I bambini si guardano l’un l’altro finché Gregory non alza la mano. «Si dividono. Edmund è stato catturato dalla strega, mentre gli altri vanno alla Tavola di Pietra per trovare Aslan e il suo esercito e nel viaggio incontrano Babbo Natale» Sono arrivata qui prima. Allora mi ascoltavano dopotutto. «Mmm, quindi i tre fratelli rimasti vedono Babbo Natale?» «Sì, lascia anche dei regali a tutti» «E non dice nulla? Nemmeno a Lucy?» «Presto! Aslan ci aspetta!» Paula sbuca dall’armadio con una sciarpa avvolta attorno al collo e fissa tutti come se arrivasse davvero da chissà dove. «Muoviamoci!» Ho scelto bene la mia attrice. Le faccio l’occhiolino mentre torna a sedersi e finisco la storia, raccontando loro di come i fratelli, grazie all’aiuto di Aslan, riescono a ritrovarsi e a sconfiggere la Strega Bianca e di come diventano Re e Regine di Narnia. «Molti anni dopo, durante una gita a cavallo, i quattro fratelli riconoscono il luogo dove sono arrivati la prima volta e attraversando gli alberi, come per magia, si ritrovano dall’altro lato dell’armadio, nuovamente bambini, perché nel loro mondo non è passato nemmeno un secondo» «Posso andare a Narnia?» Paula si stringe le ginocchia mentre sta seduta. Non guarda me e non capisco se sia seria o no. «Beh è…» impossibile? Non posso dirle così. «Difficile. Ci vuole un buon armadio. Però» aggiungo non appena mi accorgo che era seria. «se ti eserciti tutti i giorni e immagini cosa ti piacerebbe fare a Narnia, forse un giorno potresti passare attraverso quello giusto» False speranze portano a un’esito fallimentare, lo so. Con le equazioni funziona così, basta una sola svista per non arrivare al risultato giusto, e io sto sbagliando di proposito. Ma Paula sta sorridendo e non c’è nulla di male in questo, non quando il pensiero fisso è non sapere se un amico sta bene o no. Basta equazioni per un po’. Voglio altri sorrisi come questo.

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GIORNO 7 – RICKY

Questa notte Ricky ha avuto un’insufficienza cardiaca. L’infermiera mi ha detto che è stato tutto improvviso e che non sono riusciti a fare nulla per lui. Se n’è andato nel giro di un’ora. I bambini lo sanno già. Non me lo hanno detto direttamente ma le loro facce non lasciano alcun dubbio. È chiaro come il sole e anche se li conosco da poco, il silenzio di Tim, il non correre in giro di Paula, il cappello abbandonato di Uma, gli sguardi tristi e imponenti di Sarah, Ivy, Marco e Zack, le carezze di Vivian al suo peluche e la felpa di Gregory appoggiata a una sedia sono tutti segni inequivocabili che conoscono la verità. Per concludere, non mi hanno nemmeno salutata mentre entravo. «A chi è dedicata la storia di oggi?» la mia domanda non ottiene risposta. Quindi oggi avrebbe dovuto essere il giorno di Ricky. Bene. Mi siedo e aspetto. Devo dare loro tutto il tempo di cui hanno bisogno, anche se non sarà sufficiente. Quella che ci vuole qui è un’idea, ma niente potrà mai cancellare ciò che è successo e l’effetto che ha avuto su di loro. Non posso cancellarlo, ma posso provare a dare un nuovo significato agli eventi. «Sì, capisco. Certo, certo, è perfettamente normale» parlo tra me come se in realtà stessi rispondendo alle domande di qualcuno. «In fondo non si può fare altro» E vado avanti per diversi minuti, fino a quando non ho gli sguardi di tutti puntati addosso. Persino le infermiere mi fissano e sembrano preoccupate per la mia sanità mentale. Qualche giorno fa mi sarei guardata anch’io in questo modo. «Oh, non fate caso a me. Sto parlando con un’amica» sorriso e riprendo il mio finto discorso. «Con chi parli?» Marco è il primo a mettersi seduto di fronte a me. È un ragazzetto perspicace. «Un’amica. Si chiama Jess. Oh, ti saluta» «Ciao» accompagna con un gesto e sorride appena. «Come mai ti parla?» «Perché sa cosa state passando e mi sta spiegando cosa fare» «Cosa fare?» Ivy mi guarda con, cos’è, risentimento? «Non c’è niente che si può fare. Ricky è morto» Come immaginavo ieri, la reazione alla fatidica parola è delle peggiori. Nominare la morte qui dentro non va bene. «Mm, sì certo» fingo di rispondere a questa bambina prima di avvicinarmi a Ivy. «Jess dice che si può sempre fare qualcosa, anche quando sembra impossibile» «E sentiamo, cosa suggerisce di fare “Jess”?» «Ascoltare. Jess vuole farvi conoscere la sua storia» Jess ha un’indole terribilmente sensibile. Adora il silenzio, passa le ore da sola, magari a inventare finali più allegri per i suoi romanzi preferiti, oppure dentro l’armadio delle lenzuola, nel buio rassicurante e profumato di chiuso, a pensare.  Un giorno però, durante un viaggio in Nigeria con i genitori, incontra Titiola, una ragazzina vivace e selvatica che vive in una casa abbandonata, e le due diventano subito inseparabili. Ma Jess deve tornare a casa e per questo separarsi da Titiola. TillyTilly però non è una bambina come le altre e Jess se la ritrova davanti, senza che nessun altro possa vederla. Conoscitrice di mille segreti, dotata di bizzarri poteri, TillyTilly sa essere crudele e vendicativa e per assicurarsi di non dover dividere Jess con nessuno ha concepito un piano, il cui esito sarà la morte di Jess. «Quindi la tua amica è morta?» Paula è la più piccola e mi aspettavo da lei questa domanda. Gli altri sembrano aver capito dove voglio arrivare. «Sì, ma ti chiede di non essere triste per lei» «Perché no?» «Perché adesso che conosci la sua storia puoi portarla nel tuo cuore e non dimenticarla mai» sono seduta di fronte a Paula ma sento gli sguardi di tutti su di me. «Anche se le persone cui vogliamo bene ci vengono portate via, saranno sempre vicino a noi. E sai perché?» scuote la testolina castana. «Perché le abbiamo incontrate e siamo stati gli uni accanto agli altri» «Anche Ricky?» Sarah si sposta accanto a me. «Sì. Ognuno di voi ha un ricordo di Ricky e anche se fa male non averlo più qui con noi, non se ne andrà mai davvero, non finché continueremo a pensare a lui» Vorrei poter dire altro, continuare a raccontare i mille modi in cui il piccolo Richard può essere rimasto con loro ma la verità è che ho finito le parole. Quel bambino piccolo e fragile dai sorrisi timidi ma estremamente dolci mi mancherà. L’ho incontrato solo una settimana fa e mi mancherà. Tanto.

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Continua il racconto-tag per cui sono stata nominata da Alessia, Dieci cose che vorrei sapere, e che chiedeva i miei 10 racconti preferiti in modo dettagliato. Avrei voluto concluderlo oggi ma sarebbe stato troppo lungo, perciò vi rimando a Sabato prossimo per gli ultimi quattro racconti e la lista completa dei romanzi che nascondono!

Come sempre spero che vi sia piaciuto! Buon Sabato 💋

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