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Recensione “Nel buio illuminante”

Buon inizio settimana a tutti!

Da oggi fino alla fine del mese voglio proporvi, tra le altre cose, anche delle recensioni short, ovvero brevi riflessioni su libri che ho letto tempo fa ma di cui non vi ho ancora parlato. Il libro prescelto per iniziare questa rassegna è Nel buio illuminante.


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Bosso cover scelta

TitoloNel buio illuminante Autore: Alessandro Bosso Editore: Pendragon Anno: 2012 Pagine: 160


trama

Mattia, architetto con la passione per la speleologia, durante la sua impresa più ardita, resta vittima di un incidente in una profondissima grotta. Solo, bloccato tra le pareti rocciose, completamente al buio, sperimenta il terrore della morte fino a cadere preda di un delirio che gli impedisce di distinguere la realtà dall’immaginazione. La vita gli scorre davanti con tutti i personaggi e gli episodi più e meno importanti che lo hanno segnato. Nelle vesti di imputato in un processo immaginario, Mattia vive sensazioni fortissime, inimmaginabili, che gli rivelano la spessa coltre di ipocrisia che ha caratterizzato la sua esistenza e le sue relazioni fino a quel momento. Intanto, il tempo passa e le possibilità di salvezza si assottigliano…


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Quando ho comprato questo libro avevo grandi aspettative sulla trama, sullo sviluppo e sull’autoanalisi del protagonista. E devo dire che è iniziato anche bene. Mattia, architetto ben più che riuscito, è il perfetto esempio dell’uomo moderno, ricco di contraddizioni e se e ma irrisolti che lo rendono un paradigma del nostro essere troppo distratti, troppo di fretta. Dicevo, è iniziato bene e l’autoanalisi su ciò che non va nasce dopo un’uscita speleologica che rischia di finire male, ma è qui, secondo me, che perde un po’ dell’interesse iniziale. Mattia, prima quasi vittima delle circostanze, ripercorre gli episodi della sua vita che più sono importanti alla sua crescita eppure alla fine la trasformazione personale, che indubbiamente avviene, resta un po’ fredda. Non mi ha propriamente convinta come protagonista, come persona, specie perché l’ho trovato incapace di autocritica. Mi sono chiesta “Doveva proprio restare bloccato in una grotta in preda alle allucinazioni per poter capire cosa non funzionava?”. La risposta è sì e sono convinta che sia un grosso limite. Tuttavia, nonostante questa pecca di Mattia, il libro è ben scritto e la narrazione è piacevole. Sono meno di 200 pagine che scorrono veloci e senza difficoltà.


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⭐️⭐️


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Curiosità: lo avete letto? Lo avete intravisto in libreria? Resto sempre in attesa di sentire la vostra e nel frattempo vi auguro una buona giornata! Un abbraccio speciale a chi di voi oggi ha ricominciato la scuola 💋

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