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[Recensione] "La meraviglia di un gesto gentile" di Jane Riley

Ciao!


Questa settimana inizia oggi con la recensione di La meraviglia di un gesto gentile di Jane Riley, pubblicato da Garzanti lo scorso anno e primo libro che depenno dalla lista delle letture per #MyLiberaLoScaffale2022


Titolo

La meraviglia di un gesto gentile Titolo originale

The Likely Resolutions of Oliver Clock Autore

Jane Riley Traduzione

E. Valdrè Editore

Garzanti Pubblicazione

Maggio 2021 Genere

Narrativa contemporanea Formato

Cartaceo (16,90€) ~ Digitale (9,99€) Pagine

324 Acquisto


La gentilezza può illuminarti la vita. Lasciala entrare e non averne paura.

Oliver Clock ha trentanove anni e una vita che più prevedibile non si può: lavora per le pompe funebri di famiglia, ha un cassetto con le calze in ordine di colore e il frigorifero pieno di piatti pronti. Eppure, dietro un’apparenza di goffaggine e timidezza, nasconde un’anima da sognatore ottimista. Ogni sera, su un taccuino giallo, appunta le idee per una vita migliore e più frizzante: a metà mattina concedersi una seconda colazione, trovare il tempo per andare al cinema, viaggiare e scoprire luoghi sconosciuti. Il fatto è che queste idee restano solo vacue intenzioni. Perché Oliver non trova mai il coraggio di trasformarle in azioni concrete. Finché nella sua quotidianità compare Edie, che è la sua perfetta antitesi: vitale, eccentrica, euforica, intrepida, originale. Quando decide una cosa, la fa, convinta che non abbia senso rimandare. E poi ha un lavoro stravagante ma geniale: produce candele in cui racchiude il profumo delle persone per sentirle sempre vicine. Bastano un sentore di coccole o le note calde della dolcezza per rivivere momenti indimenticabili con chi si ama. E per convincere Oliver a entrare in affari con Edie. Ma, giorno dopo giorno, quella che inizia come una semplice collaborazione diventa qualcosa di totalmente diverso. Un’amicizia tra cultori della vita e una fonte di ispirazione per Oliver che proverà, forse per la prima volta, a mollare gli ormeggi e a lasciarsi trasportare dalla corrente del destino. Perché imparare a vivere significa anche accettare che non sempre ciò che accade ha una ragione precisa e che l’amore è uno splendido caos.


Oliver Clock ha quasi quarant’anni e ha una vita estremamente ordinata e ordinaria, mentre rappresenta la terza generazione a occuparsi dell’attività di famiglia: la Clock & Son Funeral Home. Ebbene sì, dalla morte del padre Oliver gestisce l’impresa di pompe funebri aperta dal nonno tanti anni prima insieme a sua madre Doreen, iperprotettiva e maniaca del controllo, alla receptionist Jean e all’imbalsamatore Roger, tre persone che lavorano lì da ben prima di lui.

E poi c’è Marie, fioraia e sua grande amica, la cui presenza gli rallegra la giornata e che rappresenta l’amore della sua vita, un amore che però non ha mai osato confessare per paura di non essere ricambiato e perché è sposata con Henry, un matrimonio imperfetto e che Oliver potrebbe davvero sfruttare per conquistare la sua felicità.

Ma Oliver non lo fa, preferisce scrivere i propositi che vorrebbe realizzare su un libretto giallo nella speranza di farlo prima o poi. Un tempo che però non arriva mai e nulla per lui cambia.

Eppure, mi chiedevo se ci fossero momenti in cui un abbraccio non sarebbe stato fuori luogo e, contrariamente a quanto pensavo mio padre, fosse invece molto apprezzato.


Ma la vita non è ordinata e ordinaria e quando Marie gli chiede di incontrarlo, è convinto che sia per informarlo della decisione di lasciare il marito, per dirgli che ricambia i suoi sentimenti e che vuole stare con lui. Le aspettative però si scontrano con l’amara realtà: Marie è malata, sta morendo e non le resta alcuna possibilità. Passare con lei tutto il tempo che le resta è una priorità per Oliver, come amico ovviamente, e quando il triste momento arriva, il mondo gli cade addosso, lasciandolo distrutto e incapace di continuare nel proprio lavoro secondo l’etica della famiglia.

Oltre al disastro personale, anche il lavoro inizia a vacillare e a fargli perdere clienti, oltre che collaboratori (per la pensione e la decisione di vivere appieno la vita, eh, non per altro), portando l’attività di famiglia sull’orlo del fallimento.

Oliver non sa cosa fare ma la svolta arriva nel modo più impensabile, in un Henry, il marito di Marie, arrabbiatissimo con lui per ciò che stavano facendo, per ciò che avevano. Perché Marie possedeva un diario segreto, in cui ha raccontato tutto ciò che le accadeva e che provava, soprattutto per chi, con la sua gentilezza e la presenza confortante, le aveva conquistato il cuore: Oliver.

Non c’era modo di sottrarsi alla gentilezza. Ero fatto così. E comunque, com’è possibile lamentarsi con qualcuno perché è troppo gentile?


In un romanzo dove l’idea del carpe diem è un concetto estraneo al suo protagonista, Oliver Clock è un uomo che non si espone e che si rassegna a scrivere ciò che desidera piuttosto che viverlo davvero, perché più sicuro e senza conseguenze. È un uomo che, all’improvviso, si trova destabilizzato e non riesce a farsi una ragione di ciò che ha mancato ma che, in un certo modo, gli fornisce quella spinta di cui aveva bisogno per mettere in moto la propria vita, a iniziare con il prendere in considerazione la proposta della giovane farmacista Edie: realizzare candele con la fragranza della persona amata per trattenere con sé i ricordi più belli tramite l’olfatto che, tra i cinque sensi, è quello che conserva il maggior numero di tracce, anzi tutto ciò che annusa.

L’idea di racchiudere una persona cara nell’essenza di una candela è un po’ il perno che smuove Oliver a risollevare la propria vita e il proprio lavoro, mentre grazie all’amico Andy riprende anche a uscire e a incontrare persone ancora vive, tra cui Caroline, la cui spigliatezza lo affascina. O meglio, a spronarlo è l’idea che dovrebbe affascinarlo, quando forse non è la direzione giusta per lui.

«Penso che a volte donare qualcosa a qualcuno senza un motivo sia il regalo più bello».


Tra battute dallo humor nero e tipicamente inglese, La meraviglia di un gesto gentile è una bellissima storia di riscatto personale e di sofferenza che viene affrontata attraverso lo studio dei ricordi e di ciò che ci resta di coloro che amiamo. È dolce e tiene incollati alle pagine non tanto per la scoperta di cosa succederà a Oliver pagina dopo pagina, anche se c’è anche questo ovviamente, ma per la delicatezza con cui il dolore e la morte vengono affrontati ed esorcizzati, per trasmettere ciò che è importante ricordare: chi abbiamo amato non ci lascia mai per davvero.

L’unico aspetto che non mi ha convinta è il finale, perché volevo una chiusura più precisa. Ma questo, purtroppo, arriva da un preconcetto che nasce dopo aver letto la quarta di copertina, perché lì è dato un risalto eccessivo a Edie e nessuno a Marie, fuorviando l’aspettativa del lettore. A cui si collega anche il titolo, perché sì, la gentilezza è una caratteristica fondamentale di Oliver, ma non è ciò attorno a cui ruota la sua storia: a essere centrali sono le idee e le decisioni che ha sempre annotato e mai messo in atto, e che nel libro cerca di rivedere, grazie a tutta una serie di fattori concomitanti: Marie, suo marito, Caroline, Andy e infine Edie – in altre parole, la vita stessa.



Insomma, l'unico problema di questo libro è la linea editoriale italiana! Se si fossero attenuti un po' di più all'originale e avessero virato meno sull'aspetto romantico, non avrebbero fuorviato le aspettative di lettura e il libro sarebbe emerso in tutto il suo splendore!

Conoscete questo titolo? Amate lo humor – nero o inglese, o di un altro tipo?


Federica 💋

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