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[Recensione] “End of the Road Bar. Vol. 2” di Daniele Batella

Buongiorno!

So che oggi è la festa degli innamorati, ma non mi andava di pubblicare una recensione a tema (troppo scontata), ma ho preferito scoprire cosa è accaduto ai sette clienti dell’End of the Road!


Titolo End of the Road Bar. Vol. 2 Autore Daniele Batella  Editore Dark Zone Edizioni Serie End of the Road Bar Genere Narrativa Formato Cartaceo Pagine 224 Prezzo 14,90€ Acquisto Amazon ~ Editore

Sette sconosciuti, condotti lì da un’invisibile volontà, raccontano le loro vite a Penny, la glaciale e misteriosa cameriera pronta a raccogliere le loro confessioni tra un drink e l’altro. E così, ora che i primi quattro clienti hanno messo a nudo le loro esistenze, è giunto il turno degli ultimi tre. Un rocambolesco viaggio tra le bianche cupole di Roma, le guglie sferzate dal vento di Norwich, le caleidoscopiche vie di New Orleans e le infinite lande ghiacciate dell’Antartide. Segreti, amori inconfessabili e crimini efferati si susseguono in un complesso arazzo che inizia a concedere le sue risposte alla più grande domanda dei sette. Cosa ci fanno veramente lì? Alla fine l’alba giungerà come una luce rivelatrice; i segreti verranno svelati, il misterioso filo che attraversa le vite dei sette verrà finalmente dipanato e Penny mostrerà il suo vero volto, gettando una fosca luce sul loro destino finale.

La storia di Elsa, il transgender che ha attraversato l’India tra traversie e problemi, riprende là da dove si era interrotta, riportandoci all’End of the Road per ascoltare le ultime tre esistenze rimaste da svelare. Tra i sette avventori ritrovatisi in questo bar fuori dal tempo e dallo spazio, in cui tanti entrano per una volta soltanto e poi non vi fanno più ritorno, ci sono ancora Zack, sua moglie Elizabeth e Sean a dover mettere a nudo la loro anima, a dover spiegare come queste sette persone completamente diverse le une dalle altre si sono ritrovate insieme.

Si sentiva attratto dalla misteriosa forza che la giovane esercitava: ciò che più agognava e stimava negli altri esseri umani era la loro capacità di misericordia.


E ricominciando il racconto si apre una nuova fase della narrazione, una più spirituale, in cui i personaggi esplorano una ragione diversa del loro cammino. Ci troviamo a seguire Zaccaria e le tradizioni più oscure del cristianesimo nel tentativo di scoprire come le loro vite si siano potute intrecciare, in un racconto che fluisce da una voce all’altra, da un’anima all’altra, senza sforzi, naturalmente, come se fossero state forgiate per essere unite. O almeno lo è per Zack ed Elizabeth, ritrovatisi ad Assisi e insieme capaci di vedere nell’altro la propria ragione ultima, il motivo per cui il loro cammino non avrebbe potuto svolgersi altrimenti.

«In poche parole» un sorriso triste si dipinse sul volto di Zack, «siamo alla fine della strada. Il passato ci perseguita e la Corona ha distrutto il nostro futuro.»

Ma se Zack ed Elizabeth conducono allo spiritualismo cattolico, a Sean spetta l’arduo compito di spiegare un creazionismo pagano, o meglio alieno, senza scadere nella banale colonizzazione extraterrestre che tanto va di moda in certi ambiti para-scientifici. E ci riesce decisamente bene, partendo da una New Orleans creola e bigotta per giungere nelle fredde acque dell’Antartide, analizzando l’idea di quel creatore-orologiaio che nulla ha a che vedere con la visione religiosa. Quando poi tutto finisce, si tirano le somme, rintracciando attraverso l’enigmatica Penny, barista onnipresente dell’End of the Road, le vere ragioni di quel luogo misterioso, nonché dei veri motivi per cui Hiroe, Lana, David, Elsa, Sean, Elizabeth e Zack si sono imbattuti, nello stesso momento, nella soglia di un luogo impossibile da mancare, non quando è il Destino a decretare come debba accadere.

Finora nessuno degli astanti aveva commentato le storie che aveva ascoltato susseguirsi di bocca in bocca, di cuore in cuore, in quella notte così atipica ed eccezionale. Penny ne aveva viste molte, di notti, e molte erano state sorprendenti persino per lei.

Daniele Batella, come già nella prima parte della storia (qui la recensione), crea ancora una volta una suspence incredibile, una connessione e un interesse particolare verso i personaggi, le loro storie, sia singolarmente, sia nella curiosità di scoprire cosa li lega e qual è il motivo che li ha condotti lì. End of the Road Bar. Vol. 2 conferma le impressioni della prima lettura e aggiunge un tassello in più a una storia che indaga il mistero più conosciuto dell’esistenza pur senza affrontarlo davvero. Portandoci a capolinea, questo romanzo determina un’unione trans-gender (tra i generi e oltre i generi) delle anime umane, nella comunione reale e totalizzante dei due grandi eventi che, di certo, accomunano tutti noi: morte e nascita (o rinascita). È una lettura particolare, adatta ad aprire la mente e a cambiare la visione che abbiamo dell’esistenza, della responsabilità e delle conseguenze che hanno le nostre azioni. Un libro che, se nel primo volume mi ricordava le famose atmosfere dei bar anni ’40, qui cambia ancora prospettiva, diventando esattamente ciò che deve essere: l’End of the Road!

A modo suo c’è del romanticismo, magari dello stesso tipo che portò San Valentino a sacrificarsi per salvare due innamorati 😉 che dite, li leggerete?

Fatemi sapere Federica 💋

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