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  • Immagine del redattorefedecaglioni

Potrebbe piovere #1 : Star Trek (2009)

Buongiorno e buon Lunedì!

Devo ammettere di essere un po’ in ansia nel presentarvi il primo film di Potrebbe piovere! Non so come rompere il ghiaccio… Non che ce ne sia bisogno, mi avete già sentita parlare di film, però questa nuova veste ufficiale mi intimorisce un po’… Basta con gli indugi! Vi lascio alla recensione e spero che la nuova impaginazione vi piaccia 😊


Locandina


A4 STARTREK

Informazioni generali

TitoloStar Trek – Il futuro ha inizio Titolo originaleStar Trek Regia: J. J. Abrams Anno: 2009 Lingua: Inglese Paese di produzione: Stati Uniti d’America Soggetto: Star Trek di Gene Roddenberry Sceneggiatura: Alex Kurtzman, Roberto Orci

Trama

James Tiberius Kirk è nato tra le stelle ed è cresciuto nell’Iowa, è un ragazzo ribelle e ostinato che vuole onorare la memoria del padre, servire una causa, esplorare nuovi mondi e arrivare là dove nessun uomo è giunto prima. Spock è nato sul pianeta Vulcano da madre umana e padre vulcaniano, razionale e controllato pratica la disciplina del Kolinahr per purificarsi dalle emozioni. È sull’Enterprise, prestigiosa nave spaziale governata dal Capitano Christopher Pike, che i due giovani si incontrano e si scontrano per affrontare un temibile nemico venuto dal futuro. Nero, diabolico Capitano Romulano, ha infatti deciso di distruggere tutti i pianeti della Federazione per mettere a tacere il dolore di una perdita incommensurabile. Tra passato, presente e futuro, Kirk e Spock si arrenderanno a una grande amicizia e curveranno lo spaziotempo, salpando verso l’ultima frontiera.

Cast

  1. Chris Pine è James T. Kirk

  2. Zachary Quinto è Spock

  3. Eric Bana è Nero

  4. Leonard Nimroy è Spock (anziano)

  5. Zoe Saldana è Nyota Uhura

  6. Karl Urban è il Dr. Leonard “Bones” McCoy

  7. Simon Pegg è Montgomery “Scotty” Scott

  8. John Cho è Hikaru Sulu

  9. Anton Yelchin è Pavel Chekov

  10. Bruce Greenwood as Christopher Pike

  11. Chris Hemsworth è George Kirk

Trailer


Parere


Riprendere un colosso come Star Trek e trasformarlo per renderlo nuovamente un fenomeno di massa come lo è stato il telefilm è un’impresa impossibile per chiunque non si chiami J. J. Abrams. Il Genio della fantascienza riesce là dove chiunque altro avrebbe fallito e regala un intreccio interessante in cui il tema dell’universo alternativo si dipana lungo tutta la vicenda. Anzi, la storia è ambientata in un vero universo alternativo rispetto a quello della serie classica, della quale rimaneggia alcuni episodi in cui l’idea dell’esistenza di altri universi fungeva da pretesto per lo svolgimento della puntata. Tuttavia il collegamento tra serie tv e film, se non si è pratici del mondo e delle vicende di Star Trek sul piccolo schermo, non è ben chiaro nella prima parte della pellicola e si deve aspettare circa un’ora per capire come questo Star Trek sia diverso dal telefilm.

Utilissimo in questo senso è il cameo di Leonard Nimroy, il primo e vero vulcaniano Spock, che funge da ponte tra due universi, tra la televisione e il cinema, tra il vecchio universo Trekkiano e quello nuovo creato da J. J. Abrams. Considerando la trama, il finale secondo me è scontato, anche se questo non toglie che sia ben riuscito soprattutto grazie agli eventi e ai pretesti narrativi che lo hanno preceduto. Per quel che riguarda la scenografia, le tante scene nello spazio sono ben modellate e hanno un impatto visivo incredibile.

Tra tutte, ce ne sono due davvero particolari: la prima è l’arrivo dell’U.S.S. Enterprise vicino al pianeta Vulcano e lo slow-motion nello schivare i detriti delle altre navi della Flotta Stellare; la seconda è quella della caduta libera di Kirk, Sulu e Olsen nell’atmosfera di Vulcano, dove gli unici suoni che si sentono sono i respiri di Kirk. Tutto questo è supportato da una colonna sonora di soli motivi musicali, senza testi. È uno dei punti a favore, che fa apprezzare il lavoro sulla scenografia digitale, e che è accompagnato dall’attenzione dedicata ai costumi. Questi sono perfetti per quanto riguarda le civiltà extraterrestri, elemento che ha fatto vincere al film un Academy Award per il trucco, e finalmente anche le divise dei membri dell’Enterprise ritornano a essere i pullover di tre colori che erano misteriosamente spariti dalle serie tv successive al 1969. Per il cast le scelte sono ottime e funzionano bene, ma manca loro qualcosa se li si mette a confronto con gli interpreti della serie tv che hanno reso immortali i personaggi. Cade a loro favore, però, il fatto di essere in un universo alternativo e aiuta a tralasciare un confronto tra le eventuali differenze caratteriali e le interazioni tra i personaggi.

Chris Pine è James Tiberius Kirk e la sua è una buona interpretazione, credibile e in linea con il personaggio, nonostante le differenti condizioni familiari del giovane Kirk. Forse l’unica pecca è il suo essere un po’ freddo e spavaldo con Spock e il resto dell’equipaggio, ma credo sia dovuto alla volontà dello stesso Pine di scostarsi dalla versione originale di Kirk, interpretata da William Shatner. A detta dello stesso attore, il suo Jim Kirk è un incrocio tra Tom Cruise in Top Gun e Harrison Ford che interpreta Han Solo in Star Wars. La descrizione calza a pennello. Zachary Quinto è il giovane Spock, il vulcaniano più famoso della storia. Credo che la sua sia l’interpretazione migliore e che attrae maggior interesse in virtù della duplice natura di Spock.

Il suo essere per metà umano e per metà vulcaniano lo rende un personaggio molto versatile, che in questo universo da maggiore risalto al suo lato umano, fatto di emozioni che fanno perdere il controllo e accecano ogni logica. È il più interessante soprattutto per il legame con la responsabile delle comunicazioni Uhura, che regala un aspetto e degli atteggiamenti inediti per Spock ma che non dispiacciono rispetto al classico vulcaniano ligio alla soppressione delle emozioni. Lo stesso Quinto ha affermato di sentire una particolare propensione nell’interpretare Spock e questa traspare dal suo vulcaniano, unita a tutta la passione necessaria a impersonare qualcuno di così famoso e scolpito nella memoria del pubblico.

Tra tutti i personaggi convince poco quello interpretato da Eric Bana, il romulano Nero, soprattutto per una piattezza e una non ben chiara dichiarazione di intenti. Benché sia il responsabile che mette in moto gli eventi per la creazione di questo nuovo universo, Nero sembra quasi un contorno non troppo importante nello sviluppo della trama e del rapporto tra Kirk e Spock. Per i fan della serie classica forse questa nuova versione non è che un brutto esempio di remake, ma per me, che ammetto di conoscere poco lo Star Trek originale, è più che ben riuscito. Regala al genere fantascientifico un’ottima reinterpretazione di una delle serie tv che più l’hanno reso famoso, permettendo a nuovi fan di apprezzarne i temi e gli elementi.

Voto

voto4

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Il nostro primo micro-viaggio negli universi paralleli si conclude qui! Aspettando i vostri commenti, vi do appuntamento a domani con Singing in the Rain!

A presto 💋

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