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La météo de Baudelaire #22 : Alta fedeltà

Buongiorno 😄

Ben ritrovati con la rubrica letteraria La météo de Baudelaire! Oggi vi propongo un autore e un libro che mi sono veramente cari.


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Info


Titolo Alta fedeltà Titolo originale High Fidelity Autore Nick Hornby Traduzione Laura Noulian  Editore Guanda Anno 1996 Anno prima edizione 1995 Genere Narrativa Formato Cartaceo Pagine 253 Prezzo 11€

Trama

Si può dividere l’esistenza con qualcuno che ha una collezione di dischi incompatibile con la propria? Si possono avere dei gusti terribili e allo stesso tempo essere una persona degna di essere frequentata? Le canzoni tristi rischiano o no di mettervi a soqquadro la vita, se le ascoltate senza moderazione? Trentacinquenne appassionato di musica pop, ex dj e attualmente proprietario di un negozio di dischi in cattive acque, Rob Fleming è pieno di interrogativi che lo inquietano. La ragazza lo ha appena lasciato; se per caso ritornasse, sarebbe capace di amarla totalmente, disperatamente come adesso? E inoltre: non farebbe meglio a smettere una buona volta di vivere in mezzo ai cd e a trovarsi un vero lavoro, a farsi una vera casa, una vera famiglia? Tormentato da questi non lievi problemi esistenziali, ed esulcerato dalla perdita, dalla gelosia, dal desiderio, Rob se ne va in giro per la Londra dei pub e della musica d’avanguardia, spesso divagando e svagandosi con esercizi mentali decisamente gratuiti anche se molto impegnativi. Ad esempio, si diverte a stilare classifiche – i top five di ogni tempo – su tutti i possibili argomenti: i migliori film, i migliori libri, i migliori complessi musicali, le migliori canzoni, persino le più grandi fregature amorose (le sue, naturalmente; ne ha avuto parecchie). Appassionato, commovente, amaro, ma anche e soprattutto ironico, anche e soprattutto divertente, Alta fedeltà mette felicemente in scena le avventure, gli amori, i sogni, le disillusioni di una generazione (di trentenni) già piuttosto provata, ma ancora piena di voglia di vivere.

Parere

Un libro di Nick Hornby è sempre una buona idea, perché riuscirà sempre a regalare qualcosa a chi legge, ed è stato Alta Fedeltà a convincermi di questo fatto. È stato il primo romanzo di Hornby che ho letto e benché la mia esperienza di vita sia diversa da quella del protagonista, non ho potuto fare a meno di sentirmi coinvolta nella storia di Rob, nei suoi problemi e, infine, nell’immensa passione che riversa nella musica e nel suo negozio di dischi. Rob Fleming, trentacinquenne londinese, è appena stato lasciato da Laura e allora la sua vita, che fino ad allora aveva creduto fosse senza problemi, inizia lentamente a disgregarsi, rivelando, riflessione dopo riflessione, classifica dopo classifica, quanto Rob non sia altro che un uomo forse troppo cresciuto per continuare a comportarsi come ha sempre fatto. È portatore della sindrome di Peter Pan, ovvero si attarda ad assumersi le proprie responsabilità da adulto perché è più facile vivere nel proprio universo dorato di nulla facenza, dove la vita non viene mai presa veramente sul serio, come se ci si trovasse in un film girato in slow motion e con una colonna sonora continua. Rob rappresenta quelli che da noi chiamano “bamboccioni”, non perché viva ancora con i genitori, ma perché non si è ancora deciso ad accettare che il tempo della spensieratezza deve essere messo da parte per fare qualcosa di concreto. Questo, come Rob comprende con le sorprese dalla vita e che tengono viva la storia, non deve necessariamente coincidere con la fine delle nostre passioni. Queste possono diventare la molla che spinge a reagire e a non farsi scivolare addosso l’esistenza, la vita stessa, e che sono abbastanza forti da diventare il mezzo attraverso il quale costruire qualcosa. Per Rob questa passione è la musica. È sempre stata presente in ogni giorno della sua vita e in tutti i modi possibili, soprattutto nella scelta di gestire il poco redditizio e alquanto sporco Championship Vinyl. Un nome, un programma, ma nonostante il suo essere altisonante, questo negozio di dischi rappresenta proprio il Peter Pan che c’è in Rob, soprattutto con la presenza dei due aiutanti, Dick e Barry, amanti della musica e perdigiorno cronici. È con loro due, e durante gli innumerevoli monologhi interiori, che vengono stilate quelle che secondo me sono il vero gioiello del romanzo: le classifiche. Come le vere Top 5 Charts tanto in voga, questi tre appassionati di musica stilano l’elenco delle loro cinque preferenze per qualunque argomento capiti loro tra le mani. C’è quella dei migliori singoli, quella delle canzoni da suonare al funerale, dei migliori film, dei libri e così via per tutti i temi che si affacciano nel romanzo e che comunque partono dalla top 5 delle “cinque più memorabili fregature di tutti i tempi”. La storia di Rob è raccontata con humour, in una full immersion completa nelle divagazioni di Rob. Ci sono momenti in cui ci si perde in un ragionamento e poi ci si ritrova al punto di partenza, come se tutto non fosse durato che un secondo nella testa del protagonista e noi ne avessimo fatto parte per davvero. Perché è questo che lo stile di Hornby regala, il sentirsi parte di qualcosa che forse non abbiamo vissuto, ma che comunque riusciamo e possiamo comprendere come se si trattasse della nostra vita.

Voto


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Credo di avervi già detto che è stato mio fratello a regalarmi questo libro, sì l’ho fatto, e rientra di certo nella mia top 10 (una top 5 è troppo selettiva per me, non riesco a scegliere solo cinque libri). È uno dei regali che ricordo con più piacere 😊 E voi? Avete un regalo in particolare che vi sta cuore? Aspetto come sempre i vostri commenti al libro e se ancora non lo avete letto, beh, vi invidio! Avete ancora la fortuna di poter scoprire una storia fantastica.

Ci sentiamo presto 💋

 

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