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“L’ultimo cavaliere” di Stephen King

Ciao lettori e buon Giovedì!

Si torna a parlare di libri qui sul blog ed è il turno di una delle prime opere del grande Stephen King!


Titolo L’ultimo cavaliere Titolo originale The Gunslinger Autore Stephen King Traduzione T. Dobner Saga La Torre Nera Editore Sperling&Kupfer Anno 2017 Anno prima edizione 1982 Genere Fantaascienza Formato Cartaceo Pagine 224 Prezzo 13€ Acquisto Amazon

“L’ultimo cavaliere” è il primo romanzo della serie “La Torre Nera”, che ha impegnato il genio creativo di Stephen King per oltre trent’anni: una saga fantastica, ambientata in un mondo di sinistre atmosfere e macabre minacce, che appare come lo specchio oscuro di quello reale… Qui, in uno sconfinato paesaggio apocalittico, l’eterno, epico scontro fra il Bene e il Male s’incarna in uno dei più evocativi personaggi concepiti dall’autore: il pistolero Roland di Gilead, l’ultimo cavaliere di un mondo “che è andato avanti”, leggendaria figura di eroe solitario sulle tracce di un enigmatico uomo in nero, verso una misteriosa Torre al centro dell’universo.

Un mondo del futuro distrutto dagli eventi, una versione della nostra Terra che è “andata avanti”, come più volte sottolinea l’enigmatico protagonista Roland Deschain, e che ne rappresenta la faccia più oscura, violenta e anche mistica, dove ogni aspetto dell’esistenza è legato a un sapere superiore, il Ka, una versione molto complessa del Destino. È qui, nel Tutto-Mondo, che si incontra Roland e che con lui ci si incammina nel suo viaggio all’inseguimento dell’Uomo in Nero, il nemico che cerca costantemente di raggiungere e che mette sulla sua strada pericoli e ostacoli di ogni genere per impedirgli di compiere la sua missione ultima: trovare e raggiungere la Torre Nera.

Il romanzo che apre la serie de La Torre Nera, primo di sette volumi, si inscrive in una via di mezzo tra incipit e finale, dove molti dettagli centrali dell’universo alternativo di Roland vengono dati per scontati, come se già li si dovesse conoscere, e dove invece l’intero viaggio nel deserto del protagonista si struttura come origine di una nuova avventura, la prima tappa del suo tentativo di raggiungere la misteriosa Torre Nera al centro di tutto. Stephen King struttura così un viaggio sia fisico sia mistico, provante per il protagonista da entrambi i punti di vista, e mette in scena un eroe cavalleresco, perché Roland lo è nel senso più classico del termine, appartenente a una classe di cui lui è l’ultimo membro: quella dei pistoleri, un ordine dalle regole ferree come quello dei cavalieri medievali o dei samurai, dove l’arma prescelta sono le pistole. E Roland l’eroe si presenta al lettore nella discesa verso il punto moralmente più basso della propria parabola esistenziale, un punto da cui può solo risalire, ma non prima di aver compiuto un ultimo, tragico, passo. Ad assisterlo in quest’ultimo e tremendo momento è un ragazzino, Jake Chambers, proveniente dal nostro mondo e messo sulla sua strada proprio dall’Uomo in Nero, per tentare la sua anima e spingerlo a compiere l’ultimo tratto della sua caduta con la scusa di ottenere ciò che desidera, cioè raggiungerlo e ottenere le risposte che lo condurranno alla Torre.

«Aspetta!» gridò il ragazzo e cominciò a correre in diagonale verso il punto in cui il carrello sarebbe riemerso più vicino all’oscurità antistante. Il pistolero provò l’impulso di accelerare per lasciare il ragazzo solo ma almeno ancora protetto da un’incertezza. Lo prese al volo, invece, quando Jake spiccò il balzo. Sentì il suo cuore tremare e palpitare sotto il tessuto leggero della camicia. Mancava molto poco, ormai, alla fine.

Il viaggio finale di Roland nel suo eterno scontro con l’Uomo in Nero è in qualche modo iniziatico per un altro viaggio che il pistolero deve intraprendere, sia perché rappresenta il primo contatto con la storia e i suoi personaggi per chi legge, sia perché è da questo volume che parte la marcia verso il centro di ogni cosa e che rappresenta il più grande mistero della conoscenza. Perché Roland, e noi con lui, non sa dove sia la Torre, né cosa contenga, o cosa vi troverà se e quando vi si troverà faccia a faccia. Tutto quello che ci viene detto è che è il fondamento, il luogo dove tutto ha il suo significato, dove tutto potrebbe assumere il proprio senso, la spiegazione agli aspetti sconosciuti della realtà, la giustificazione per ogni scelta moralmente sbagliata.

«Il mistero più grande che ci offre l’universo non è la vita ma la dimensione. La dimensione comprende la vita, e la Torre comprende la dimensione. […] Ciò che a noi appare come solido è in realtà solo un reticolo di corpi tenuti insieme dalla forza di gravità. Riportate alle loro dimensione autentiche, le distanze tra gli atomi potrebbero diventare leghe, epoche temporali. E gli atomi a loro volta sono composti da nuclei e da protoni ed elettroni che vi ruotano attorno. E si potrebbe scendere ancora alle particelle subatomiche. E poi a che cosa? Ai tachioni? Al nulla? Ah, questo no di sicuro. Tutto nell’universo nega il nulla; ipotizzare un limite è l’unica assurdità.

Diversamente dalla pienezza di significati e di lessico che tanto mi hanno affascinata nella lettura di It, L’ultimo cavaliere mi ha dato l’impressione di essere grezzo, rude, dai ridondanti riferimenti sessuali, tanto nell’intreccio quanto nel personaggio stesso di Roland, un pistolero tutto d’un pezzo che trasmette e si esprime attraverso una mentalità maschilista. Non uso questo termine in senso negativo, anzi, ma mi serve per rendere l’idea di un uomo che utilizza le proprie armi come solo mezzo di redenzione degli altri, come espressione del proprio essere e come il simbolo di un’identità votata a un’unica missione, che aliena il personaggio da tutto il resto, in special modo dall’empatia e dai sentimenti. Devo sinceramente dire che, trattandosi del primo volume, mi aspettavo qualcosa di diverso, di più coinvolgente, se non nelle diversità tra il nostro mondo e quello di Roland, almeno nell’idea del viaggio attraverso le difficoltà, in un deserto in cui Roland viene tentato dal diavolo e, contrariamente dall’esempio biblico (citato spessissimo, tra l’altro), soccombe alla tentazione. Paradossalmente, la penuria di spiegazioni e di descrizioni su ciò che rende diverso il Tutto-Mondo è anche l’aspetto che incuriosisce di più e che aiuta, in una storia a tratti fin troppo incentrata sugli impulsi sessuali, ad arrivare alla fine mantenendo intatto il desiderio di scoprire cosa accadrà dopo.

Questo è il settimo libro depennato dalla mia lista dei 12 da leggere quest’anno e della serie La Torre Nera ho anche il secondo e il terzo volume, che entro Dicembre verranno di certo recensiti! Anche perché, sebbene non mi abbia poi così coinvolta, sono curiosa di scoprire come prosegua la saga.

Voi la conoscete? O avete letto altro di King?

Ditemi, ma nel frattempo passate una buona giornata!

Federica 💋

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