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Lost In Translation : Frankenstein

Buongiorno 😊

Alla fine sono riuscita a pubblicare anche oggi! E fa ritorno Lost In Translation, con un pezzo tratto da uno dei romanzi gotici che più adoro: Frankenstein di Mary Shelley!

Come sempre, prima avete la mia traduzione e poi l’originale 😊

CAPITOLO IX
 Niente è più funesto per la mente umana, dopo che le sensazioni sono state rielaborate da una rapida successione di eventi, della calma mortale dell’inattività e della certezza che segue, che arida priva l’anima sia di speranza sia di paura. Justine morì, riposava, mentre io ero vivo. Il sangue scorreva libero nelle mie vene, ma disperazione e rimorso opprimevano il mio cuore, un peso che nulla avrebbe potuto rimuovere. Il sonno sfuggiva al mio sguardo; vagavo come uno spirito maligno, avendo commesso atti ignobili, orribili oltre ogni descrizione, e dell’altro, molto altro (mi convinsi), era là da venire. Eppure il mio cuore straripava di bontà e dell’amore per la virtù. Intrapresi la vita con benevole intenzioni, e assetato aspettai il momento in cui avrei potuto metterle in pratica e rendermi utile ai miei simili. Ora ogni cosa era esplosa: invece di una coscienza serena, che mi avrebbe permesso di guardare al passato con autocompiacimento, e da lì nutrire la promessa di nuove speranze, fui preso dal rimorso e dal senso di colpa, che mi spinsero verso un inferno di profonde torture, tali che non possono descriversi a parole.Questo stato d’animo depredava la mia salute, che forse non si era ancora ripresa del tutto dallo shock iniziale che dovette sostenere. Sfuggii i volti degli uomini, ogni suono di gioia o compiacimento era una tortura per me; la solitudine fu la mia sola consolazione: una profonda, oscura e mortale solitudine.

CHAPTER IX Nothing is more painful to the human mind, than, after the feelings have been worked up by a quick succession of events, the dead calmness of inaction and certainty which follows, arid deprives the soul both of hope and fear. Justine died; she rested; and I was alive. The blood flowed freely in my veins, but a weight of despair and remorse pressed on my heart, which nothing could remove. Sleep fled from my eyes; I wandered like an evil spirit, for I had committed deeds of mischief beyond description horrible, and more, much more (I persuaded myself), was yet behind. Yet my heart overflowed with kindness, and the love of virtue. I had begun life with benevolent intentions, and thirsted for the moment when I should put them in practice, and make myself useful to my fellow-beings. Now all was blasted: instead of that serenity of conscience, which allowed me to look back upon the past with self-satisfaction, and from thence to gather promise of new hopes, I was seized by remorse and the sense of guilt, which hurried me away to a hell of intense tortures, such as no language can describe.This state of mind preyed upon my health, which had perhaps never entirely recovered from the first shock it had sustained. I shunned the face of man; all sound of joy or complacency was torture to me; solitude was my only consolation–deep, dark, deathlike solitude.

Spero che la mia versione vi sia piaciuta! Fatemelo sapere se vi va 😊

Come sempre, grazie per essere stati con me!

Alla prossima Federica 💋

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