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Domino letterario di Febbraio : “Dimmi che credi al destino” di Luca Bianchini

Buongiorno 😄 La rubrica di oggi lascia il posto mattutino alla tessera del Domino letterario di questo mese e vi porta a scoprire un romanzo tutto italiano, ma anche un po’ british, proprio come piace a me!

Il Domino letterario è una catena dove le varie tessere sono i libri scelti di volta in volta dai blogger che partecipano e che devono legarsi a chi li precede per un qualche dettaglio (nella trama, per i protagonisti, la copertina, l’autore, la casa editrice e così via…). Il motivo che mi lega al libro che mi precede, Mi sono innamorata del mio migliore amico di Kirsty Moseley scelto da Elisa, è il colore e i toni della copertina. Pronti per scoprirlo?


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Info


Titolo Dimmi che credi al destino Autore Luca Bianchini Editore Mondadori Anno 2015 Genere: Narrativa contemporanea Formato Cartacea Pagine 264 Prezzo 17€

Trama

Ornella ama i cieli di Londra, il caffè con la moka e la panchina di un parco meraviglioso dove ogni giorno incontra Mr George, un anziano signore che ascolta le sue disavventure, legate soprattutto a un uomo che lei non vede da troppo tempo, e che non riesce a dimenticare. A cinquantacinque anni, Ornella si considera una campionessa mondiale di cadute, anche se si è sempre saputa rialzare da sola. Per fortuna può contare su Bernard, il suo vicino di casa, che la osserva da lontano e la conosce meglio di quanto lei conosca se stessa. L’ultima batosta, però, è difficile da accettare. La piccola libreria italiana che dirige nel cuore di Hampstead – dove le vere star sono due pesci rossi di nome Russell & Crowe – rischia di chiudere: il proprietario si è preso due mesi per decidere. Lei, che sa lottare, ha imparato anche a lasciarsi aiutare, e così chiama in soccorso la Patti, la sua storica amica milanese – inimitabile compagna di scorribande – che arriva in città con poche idee e tante scarpe, ma sufficiente entusiasmo per trovare qualche soluzione utile a salvare l’Italian Bookshop. La prima è quella di assumere Diego, un ragioniere napoletano bello e simpatico, che fa il barbiere part-time, ha il cuore infranto e le chiama guagliuncelle. Ma proprio quando la libreria ha più bisogno di lei, il destino riporterà Ornella in Italia, a bordo di una Seicento malconcia guidata in modo improbabile dalla Patti. Tra humour inglese e una malinconia tutta italiana, Dimmi che credi al destino è una storia commovente di rinascita e speranza. Ambientato in una Londra dove il cielo cambia sempre colore e l’amore brucia a fuoco lento, Luca Bianchini racconta con il suo stile inconfondibile una storia che non avresti mai pensato di ascoltare, e che assomiglia terribilmente alla vita.

Parere

Leggendo un romanzo si ha sempre la speranza che la sua storia sia un po’ vera, che i personaggi esistano davvero, perché se è scritta nel modo giusto è capace di raggiungere il nostro cuore, conquistarvi un angolino e non lasciarci più. Con Dimmi che credi al destino ho provato questa sensazione per diversi motivi. Il primo è che amo Londra: ci sono stata una sola volta in vita mia, ho trovato un pessimo tempo, eppure me ne sono innamorata e la Londra del mio cuore si è rispecchiata in quella di Ornella, la protagonista. Il suo modo di viverla e i luoghi mi sono balzati davanti agli occhi perché molti ho avuto modo di vederli. Le emozioni che solo quel cielo può suscitare, con i suoi cambi repentini, hanno permeato le pagine e leggendo, mi ci sono ritrovata con immensa gioia. Lo stesso vale per Verona, raccontata in un breve passaggio, ma comunque carica di emozioni e ricordi. Il secondo motivo si ricollega a Londra e a uno dei protagonisti, Diego: nella mente, Londra è la città dove tutto è possibile e conoscere parte della storia di questo giovane ragioniere napoletano me lo ha ricordato in ogni istante, rendendomi estremamente caro il destino di questo personaggio. Anche se per motivi diversi, la fuga di Diego a Londra si avvicina a quella che vorrei poter fare io e credo che l’empatia creatasi sia ciò che rende questo romanzo memorabile. E poi il suo rapporto con Ornella mi ha sin da subito strappato un sorriso, perché inconsapevolmente avevano entrambi bisogno l’uno dell’altra per cambiare prospettive alle loro vite.

Ornella sorrise, e avrebbe sempre più voluto accendersi una sigaretta e fargli compagnia. Diego, come se le avesse letto nel pensiero, le lasciò in mano la sua e rientrò in negozio a prendere la giacca. «Su andiamo» le sussurrò riprendendosi la Marlboro, «offriamo una birra a questa bella signora prima che le venga l’appucuntria» le disse facendole gonfiare l’ego in modo spropositato. Dopo i cinquant’anni la parola “bella” equivale a “bellissima”. «Cos’è l’appucuntria?» «È quel misto di noia, nostalgia, mal d’amore, insoddisfazione e solitudine»

Patti, la migliore amica di Ornella, è però il mio personaggio preferito. Non ho smesso per un istante di chiedermi se e quando “la cariatide” (a voi scoprire chi è) avrebbe reso finalmente felice questa povera signora tutto pepe che viaggia su scomodi tacchi a spillo un giorno sì e l’altro pure, perché non si sa mai quando può arrivare l’occasione della tua vita. È stata una calamita per la mia simpatia, soprattutto per i suoi attimi di fragilità, e devo dire che ci vorrebbero più persone come lei. Terzo fattore è il lavoro/la passione di Ornella: la libreria Italian Bookshop situata a Hampstead. Ho amato ogni secondo passato in questo luogo e ogni tentativo di salvarlo dalla chiusura che i tre librai hanno cercato di adottare per salvare questo piccolo angolo d’Italia nel cuore di Londra. I libri diventano il punto di comunicazione tra personalità così diverse, che forse non trovano altro modo di entrare in contatto se non attraverso quei piccoli mondi che sono a loro volta i libri. Infine, elemento decisamente più importante, la mescolanza tra humour e stile tipicamente british e una malinconia verso il passato tutta italiani trasportano in una storia tanto commovente quanto ricca di speranza, quella che ti porta a credere che il destino sia sempre dietro l’angolo per farti lo sgambetto e permetterti di vedere il mondo da un’angolazione diversa e, forse, migliore. È tutto questo ad avermi fatto desiderare che la storia dell’Italian Bookshop e di Ornella fossero in qualche modo vere, perché è diventata così speciale da crederla reale. Beh… qualche volta i desideri impossibili si realizzano! Esatto, è tutto vero (anche se un po’ romanzato)! Quando ho scoperto che questa libreria esiste davvero, sono andata a cercare dove fosse di preciso (Non vi dico che delusione quando mi sono accorta di essere passata a una traversa dalla via in cui si trova) e purtroppo ho letto che rischia davvero di chiudere! È la prima volta che lo faccio, ma vi chiedo un favore: se avete tempo, leggete questo libro, perché non si può non conoscere questa storia che, nel suo modo particolare, parla direttamente con l’animo di chiunque abbia visto anche solo per una volta il cielo di Londra! Date una mano a far conoscere Ornella e l’Italian Bookshop!

Voto


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Vale la pena di leggere questo libro, soprattutto se amate Londra 😄 Oggi il Domino continua con Deb su Leggendo romance e con Virginia su Le recensioni della libraia! Curiosi di sapere come si sono collegate? Allora non mancate le loro tappe 😄

Noi ci risentiamo più tardi con La météo de Baudelaire! A prestissimo 💋

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