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Operazione Natale

Operazione Natale

𝗧𝗿𝗲𝘃𝗼𝗿 𝗖𝗮𝘃𝗲𝗻𝗱𝗶𝘀𝗵 𝗼𝗱𝗶𝗮 𝗶𝗹 𝗡𝗮𝘁𝗮𝗹𝗲.
A dicembre diventa un musone intrattabile perché, secondo lui, le feste rendono le persone ipocrite, tutte sorrisi e auguri anche verso quelli che detestano.
Perché lo so? Già, bella domanda.
Da due anni sono la dog-sitter di Rambo, il suo Golden Retriever, e ogni dicembre mi presento a casa sua con calze a righe bianche e rosse, braccialetti a non finire e un sorriso idiota stampato sul viso prima di gridare «Sta arrivando il Natale!».
Sono una cattiva persona? Nient’affatto!
Perché non c’è niente di meglio che tormentare l’amico del proprio fratello e infierire sul suo punto debole, soprattutto se sono più di dieci anni che vi dà dello spaventapasseri scheletrico.

𝗗𝗮𝗵𝗹𝗶𝗮 𝗛𝗼𝗹𝗺𝗲𝘀 è 𝘂𝗻’𝗼𝗱𝗶𝗼𝘀𝗮 𝗳𝗮𝗻𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗡𝗮𝘁𝗮𝗹𝗲.
Per un mese se ne va in giro ad addobbarmi casa, a canticchiare jingle striduli e a imitare gli “Oh, oh, oh” di quel grassone vestito di rosso.
Perché non la evito? La domanda del secolo.
Perché due anni fa si è trasferita in città e si è offerta di fare da dog-sitter a Rambo, quell’infido traditore del mio cane che scodinzola felice ogni volta che la vede. E a dicembre si presenta a casa mia con quei pantaloni inconsistenti dalle fantasie assurde, seguita dal tintinnio fastidioso delle cianfrusaglie che porta alle braccia e con un sorriso sadico sfoggiato solo per darmi sui nervi.
Se la licenziassi? Magari potessi!
È la sorellina del mio migliore amico, la stessa che da ragazzina era magra come uno spaventapasseri. Ma sono passati dieci anni e il soprannome non le si addice più. Proprio per niente.

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