Incastrata in un tranquillo angolo di Arlington, Virginia, la libreria a conduzione familiare Dead Poets Society è un gioiello d’altri tempi che è quasi andato perso.
Come l’ho scoperta?
Grazie al suo proprietario e al suo tentativo di fingersi qualcun altro per fregarmi.
Lasciate che ve lo racconti meglio.
Richard Solberg ha ritirato la libreria di famiglia e se n’è assunto la totale gestione circa cinque anni fa, convinto che la clientela affezionata avrebbe impedito ai colossi delle e-commerce e alle grandi catene di rivenditori di segnare la fine dell’attività.
La sua è una storia come tante, e anche le difficoltà sono le stesse di altri milioni di librai costretti a fare i conti tra passione e guadagno, tra la bellezza di ciò che vendono e la paura di non arrivare a fine mese.
Non vi stupite: non c’è lieto fine per la libreria, perché lo scorso novembre è stata quasi ritirata dalla banca come pagamento delle rate del prestito contratto, indovinate un po’, per pagare stipendi arretrati e bollette. La parola chiave però è il quasi, perché la Dead Poets Society è stata salvata da un benefattore, I. C. (che tiene al proprio anonimato). Un benefattore che ha chiesto in cambio un solo favore a Mr. Solberg: fingersi lui per un mese e occuparsi di un problema con un giornale. Il Femme.
Ecco come ho incontrato il proprietario della piccola libreria, credendo fosse un’altra persona e trascorrendo un mese in sua compagnia per strappargli un articolo esclusivo. Che non ho potuto scrivere.
Tuttavia, qualcosa di buono sono riuscita a scoprirlo nonostante il suo tentativo di truffa. Perché ho passato una giornata nel luogo più magico che mi sia mai capitato di vedere.
Da cinica e realista quale sono, posso dirvi con sicurezza che varcare la soglia della Dead Poets Society è stata un’esperienza davvero fuori dal comune. Entrare nella libreria di Rick Solberg trasporta chi ama i libri e la lettura in un mondo fatto di calore e sicurezza. È un porto tranquillo dove trascorrere la giornata, in compagnia di un caffè e di uno dei magnifici donuts vegani di Clary’s (la pasticceria artigianale a meno di venti passi dalla Society, come la chiamano quelli del posto) senza fretta e sfogliando le pagine della “Lettura del mese”, il volume che Rick mette a disposizione dei clienti così che possano leggerlo per decidere se comprarlo o se aspettare la prossima proposta (la lettura di questo mese è il recente thriller Il re degli scacchi di Elinor Abrams, Old Style Publishing).
Nell’angolo riservato ai lettori più giovani si scorge tutta la passione che anima il proprietario grazie agli scaffali decorati, ai tappeti e alle poltrone dove i bambini si ritrovano per perdersi in avventure sempre diverse e che Rick e il suo staff si divertono a interpretare e animare.
Ovunque si guardi, in quest’angolo di mondo a meno di due ore da Washington D.C. si ritrova la gioia dello svolgere un lavoro che non deve solo permettere di arrivare a fine mese, ma per il quale “ci si alza dal letto la mattina con la voglia di fare meglio di quanto fatto il giorno prima”, per citare proprio le parole di Richard Solberg, una descrizione perfetta di come ci si deve sentire quando si ama ciò che si fa.
Ho conosciuto Rick Solberg perché ha cercato di fregarmi, con tutti i problemi che ne sono derivati, ma è stata l’occasione perfetta per scoprire una libreria di quartiere che fa sognare a occhi aperti, un luogo magico come pochi, uno che regala emozioni e ricordi indimenticabili.
La Dead Poets Society di Richard Solberg ad Arlington, Virginia, è il luogo dove tutto è possibile e dove chiunque può trovare la storia perfetta per vivere l’avventura più straordinaria di sempre.
Siete prontə a scoprire la vostra?
Victoria Sharpe