Buongiorno 😊
Per le pubblicazioni è un momento pessimo, ma non potevo rinunciare alla #CreativityBloggerWeek, che dopo la pausa di Agosto ritorna con una nuova carica! Come ormai saprete, questa iniziativa è stata creata da Deb del blog Leggendo Romance… e non solo (e come sempre: grazie, Deb, per avermi coinvolta ❤️) e vede la partecipazione, lungo gli ultimi giorni del mese, di diverse blogger, tutte libere di proporre un articolo che dia libero sfogo alla loro creatività attorno a un unico tema, perfettamente intonato al periodo! E cosa può esserci di meglio per Settembre se non…
Diversamente dalle scorse volte, oggi vi propongo un racconto 😊
La Senna le scorreva accanto, turbinosa e irrequieta per i tanti bateaux che l’attraversavano, scintillante nella forte luce della tarda mattinata. I caldi raggi di sole, ultimi intrepidi guerrieri di un’estate che ancora tentennava a lasciar posto al fratello autunno, le sfioravano il volto mentre l’aria già frizzante annunciava serate fatte di feste folli e passeggiate tra boulevards e rues mai stanchi.
Émilie sospirò, lo sguardo vagante sui volti dei turisti che camminavano lungo il fiume, tutti indecisi se comprare quelle stampe e quei souvenir tanto particolari da perdere il loro carismatico fascino non appena avessero trovato posto nelle loro case, così lontane e sconosciute da essere inimmaginabili. Quelle immagini dai colori vivaci erano per lei la quotidianità. Furono la prima cosa che i suoi piccoli occhi videro e amarono e sarebbero stati l’ultima su cui si sarebbero posati prima di chiudersi per sempre. Sarebbe accaduto presto; lo sentì nella fragilità del proprio corpo, nella facilità con cui quell’aria di cambiamento la rendeva preda dell’instabile brezza, scuotendola dal proprio sonnolento torpore. Era stata fortunata. Nascere, crescere e sbocciare in un luogo magico come quello era privilegio di pochi. Le bastava alzare lo sguardo per vedere dei veri e propri gioielli, assiepati da visitatori in ogni giorno dell’anno. E per l’ultima volta Émilie amò la vista della Tour Eiffel, un faro gioioso nelle lunghe sere d’estate, e i grandi orologi di Orsay, immutabili e immobili, silenziosi da quando l’ultimo treno aveva lasciato il posto ai muti dipinti dei Maestri d’Arte, incapaci di parlare solo di fronte a osservatori altrettanto incapaci di cogliere la loro musica segreta. Infine, con un sospiro colmo di tristezza, volse i propri occhi affaticati verso la sua Signora, menomata nel corpo ma non nello spirito. Vedere le fiamme avvolgerla, una moderna Giovanna d’Arco di nuovo vittima della superficialità e dell’incomprensione umana, aveva lacerato il suo piccolo cuore, lasciandola tremante di rabbia e dolore, sentimenti soffocanti per la paura di perdere per sempre quegli archi e quei guardiani minacciosi ma fedeli. La certezza che mai l’avrebbe rivista splendere, forte quanto quella che, prima o poi, si sarebbe innalzata ancora, accompagnò i suoi respiri, regolari ma sempre più lenti e rari, finché Émilie non si sentì tremare. Il vento la prese con sé e allora lei fu libera di volare nel cielo assolato della città che tanto aveva amato nella sua breve e intensa vita.
Nel frattempo, su Quoi Mitterand, un bambino si appoggiò al parapetto che riparava i marciapiedi lungo la Senna. I suoi genitori stavano comprando qualcosa che a lui non interessava, preso com’era dall’affascinante spettacolo di luci giocato dal sole sull’acqua. Poi però la vide, una foglia solitaria che planava nell’aria, e ne fu stregato. I suoi colori ambrati incatenarono quegli occhietti vispi, un’incantesimo per cui il bambino si ritrovò ad ammirare una splendida farfalla dipinta d’autunno, libera e leggiadra nell’ultimo giorno di un’estate ormai finita.
Non è lunghissimo ma spero lo stesso che vi sia piaciuto 😊 E ora vi rimando al calendario, con tutte le altre blogger e gli articoli da visitare per scoprire il modo in cui si sono lasciate ispirare da questo tema!
Alla prossima Federica 💋
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