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Immagine del redattorefedecaglioni

Canzone di notte n.2

Questa mattina stavo studiando per l’esame che ho settimana prossima, Giovedì, e mentre leggevo, un passaggio del libro mi ha colpita così tanto che mi sono dovuta fermare e riflettere su quello che l’autore aveva appena scritto. L’argomento è la figura dell’Anticristo, cioè quel/gli individuo/i il cui scopo è mettere in crisi la cristianità intesa in senso canonico, e l’autore (Marco Vannini) stava descrivendo l’idea di Anticristo – cioè di anti-dio – presente in altre culture, nella fattispecie quella musulmana, e la sua rilevanza e influenza ancora oggi. Per farvi capire, l’autore afferma che, per chi vede l’avvento dell’apocalisse nel mondo musulmano, questa è resa evidente nei media, essi sono espressione del Dajjāl (Anticristo) perché contribuiscono a diffondere un modello di vita immorale. Tutta questa concezione nasce da una riflessione più ampia, incentrata sulla e scaturita dalla diffusione di un’opera chiamata Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Senza scendere nei dettagli dei Protocolli, che comunque sono un falso storico, vi si afferma che gli ebrei e la massoneria conquisteranno il mondo dopo aver appiattito le coscienze degli individui, cioè dopo averli ridotti a dei lobotomizzati che dimenticano storia, cultura, tradizioni, ecc.. Un appiattimento, così spiega Vannini, favorito dai media moderni. A parte la critica all’occidente e agli ebrei, che non è quello che mi interessa, ad avermi fatta riflettere è ciò che viene detto subito dopo e cioè:

Questa diagnosi [l’influenza negativa dei media] è almeno in parte condivisa da osservatori occidentali […], che notano come molti di noi ritengano minacciata la propria identità da una moschea aperta in un garage in periferia, o si allarmino per le «invasioni» di immigrati musulmani dal Nordafrica o dal Vicino Oriente, mentre guardano con noncuranza o addirittura con simpatia programmi televisivi che svolgono una funzione dirompente nei confronti della morale e dell’intelligenza, trasmettendo messaggi di pura esteriorità, centrati appunto sul binomio sesso-denaro.

Ecco! Questo mi ha sconvolta, perché è vero. Sarà che Mercoledì è morto Stephen Hawking e mi sono ritrovata la bacheca Facebook intasata da sue foto e frasi, sarà che le altre notizie erano video stupidi, foto di cani/gatti/animali vari o trailer di film, sarà che nell’epoca della condivisione ci si ricorda di qualcuno solo quando muore, mentre nel resto del tempo siamo troppo impegnati a digitare commenti su tutto quello che ci viene proposto da un algoritmo più intelligente di noi perché, almeno lui, sa discernere quali informazioni meritino di essere lette e diffuse e quali no. Sarà per tutto questo e per altro ancora, ma quando ho letto quel paragrafo mi sono accorta di quanto avesse tristemente ragione. Non sono qui per fare critica politica o commenti che a vario genere possano rientrare in quella categoria, perché cadere nell’illusione che si stia colpevolizzando una certa mentalità è facile se si parla di certi argomenti. La mia è più una riflessione generale su ciò che sta succedendo in questi giorni, sulla percezione sempre più deprimente e disfattista che ho della nostra società. E mi chiamo in causa anche io, perché non sono migliore degli altri e a volte passo il tempo a sfogliare le mie pagine social, su Instagram e affini, dimenticandomi magari che potrei usare quei minuti sprecati per fare altro, per pensare ad altro che non sia l’aggiornamento di stato di tizio o la condivisione di un articolo da parte di caio (il quale magari non si è nemmeno accorto di aver postato un articolo di Lercio). Per pensare, semplicemente, e magari capire cosa voglio dalla mia esistenza, dal mondo in cui mi ritrovo ad abitare e che ha fatto dell’allarmismo uno stile di vita, per rendermi conto che, forse, la vera invasione la stanno facendo quelli che si lamentano dell’«invasione» di immigrati, bombardandomi con slogan e messaggi subliminali (ma non tanto) intenti a trasformare chi arriva nel nemico, in colui che viene qui per mettere in crisi i nostri antichi valori e le tradizioni cristiane. Vi ricorda nulla?! A me sembra la stessa identica definizione di Anticristo che ho citato all’inizio… Curioso, no? Un concetto medievale come quello dell’Anticristo che fa presa ancora oggi? Assurdo. Eppure no, perché non si parla più di questa figura come si è sempre fatto (e cioè come l’anti-cristiano, il negatore di Cristo che verrà a schiavizzare l’umanità e la porterà al giorno del giudizio), la si adatta ai tempi che corrono, trasformandola nel diverso, in colui che professa una fede diversa dalla nostra e ha tradizioni profonde che fatica ad abbandonare, tradizioni che noi abbiamo barattato in cambio della condivisione e della possibilità di leggere gli aggiornamenti di stato altrui. E poiché puntare il dito contro gli ebrei è già stato fatto (nei Protocolli, che guarda caso sono stati uno dei testi fondanti del nazismo), adesso si guarda all’altra grande religione monoteista, si accusa chi arriva da noi attraverso i viaggi della speranza e li si trasforma in Anticristi, enfatizzando l’opposizione con la “nostra cristianità”… Non è una coincidenza che chi di più denunci l’«invasione» si sia spesso presentato in pubblico mostrando o facendo riferimento a simboli cattolici, vuoi un rosario, vuoi una reliquia, o ancora al rapporto con la Chiesa. Lo so, ho detto niente critica o commenti alla politica. Chiudo qui, infatti. Perché tanto, destra o sinistra, centro, populisti, moderati o progressisti, hanno tutti qualcosa a che spartirsi con l’onda di intolleranza e del fomentare la nostra ignoranza. Però, se dopo questa lunga tiritera siete ancora qui a leggere (cosa di cui vi ringrazio dal più profondo del cuore), un’ultima cosa vorrei aggiungerla: noi, con le dovute eccezioni sia chiaro, non pensiamo, prendiamo per vero, buono e giusto tutto ciò che ci viene detto e, benché io adesso stia ampiamente generalizzando, ci facciamo condizionare dalla marea di notizie e dagli slogan senza nemmeno spendere tempo ad approfondire ciò che ci viene detto. Ci accontentiamo, tanto ci pensa un algoritmo a confezionarci la vita. Su On Rainy Days mi occupo di recensioni, ma ho voluto postare questa riflessione qui sul blog perché ne avevo bisogno, dovevo mettere per iscritto da qualche parte questo colpo che mi ha fatta letteralmente tremare e non ho trovato luogo migliore di questo. Spero che dopo questo Venerdì continuerete a seguirmi! Oppure vi avrò fatti fuggire a gambe levate…

Buon weekend 💋

Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza. Stephen Hawking (1942-2018)

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