When it’s time to start you just want to leave…
Credo di aver sentito questa frase da qualche parte. Forse era in un film o in una canzone, ma non ne sono certa. O forse l’ho appena inventata, non so, e voglio a tutti i costi attribuirla a qualcun altro perché l’idea che le sta dietro mi da un po’ sui nervi, specie oggi.
Questo pomeriggio è iniziato un corso in università che ho deciso di seguire – anzi, è iniziato ieri ma per altri impegni non ci sono potuta andare – e già non vedo l’ora che sia finito! Sono stata un mese senza fare (quasi) nulla e ora la mia nullafacenza, sottratta al suo stato perenne di ozio, si vendica in questo modo! Eppure non è colpa mia. È il mio cervello che non vuole lavorare.
Classica frase di chi fa lo scarica barile, questo “lavativismo” ha in realtà una base scientifica. Ricerche recenti, infatti, hanno dimostrato che quel super computer che nascondiamo sotto la scatola cranica è un grandissimo, forse il peggiore che potreste mai incontrare, scansafatiche! Il cervello umano è talmente intelligente che escogita dei metodi per lavorare il meno possibile. Appreso un metodo, se trova che possa funzionare anche in altre occasioni, il cervello innesca il pilota automatico e torna beatamente a riposare mentre l’inconscio lavora al suo posto. La macchina perfetta è una versione 5.0 di Homer Simpson durante un turno alla centrale nucleare
Devo ammetterlo: oggi, mentre ascoltavo una docente americana parlare (a raffica e in inglese) di un telefilm di cui non avevo mai sentito parlare, il mio cervello ha premuto il tasto del pilota automatico. Sono uscita dall’aula con la netta impressione che l’ora e mezza sia volata chissà dove e la speranza di poter fare sempre così!
Non può funzionare, soprattutto in vista di quel meraviglioso periodo che va da fine maggio a metà luglio e che è conosciuto dagli studenti come “La Sessione Estiva degli esami“! Finito marzo e passata la Pasqua si ricomincia. Sul serio però!