Buongiorno đ
Oggi un breve racconto che partecipa alla XXVI Challenge di Raynorâs Hall! Il tema è âFedeltĂ â e spero possa piacervi!
Era rimasto accanto a quellâingresso per decenni. Il tempo era scivolato su se stesso, un granello dopo lâaltro, sfiorandolo e rincorrendo la sua immobilitĂ attraverso le rughe che aveva scavato sul suo viso nel corso degli anni. Generazioni di Signori si erano succedute mentre il guerriero di pietra svolgeva il suo sacro compito; governi brevi e lunghi erano nati, caduti e rinati a decorrere dalla sua investitura, fragili espressioni del potere che non avevano intaccato il suo giuramento, nĂŠ ne avevano messo a rischio la sua devozione alla causa. La tua guardia ha inizio. Essa terminerĂ al risveglio dellâultimo Imperatore. Tre secoli prima quelle parole incatenarono la sua esistenza, la legarono a doppio filo alle porte sigillate che si ergevano alle sue spalle e che ancora si stagliavano dietro di lui, perfette nonostante lâincuria dei posteri, o la furia delle intemperie abbattutasi su di loro nelle ere dei piccoli re. Trecento e piĂš anni erano passati da quel giorno, centinaia di migliaia di notti passate a vegliare sul riposo del prescelto, colui che avrebbe riportato la pace nel continente in guerra e avrebbe riunificato le terre un tempo appartenute ai suoi avi. Il guerriero di pietra, nato come un semplice scudiero, aveva scoperto la propria vocazione nel momento piĂš oscuro della sua vita. Per essa rinunciò a ogni cosa, si isolò dal mondo e dai suoi simili, rinfoderando la propria spada e mettendosi al servizio della giustizia. La lunga lama, mietitrice di tanti nemici, avrebbe atteso lâordine del suo padrone, fedele allâunico giusto sovrano, prima di versare nuovo sangue. CosĂŹ era stato deciso e cosĂŹ sarebbe stato, fino alla fine dei tempi. ÂŤCosĂŹ è stato deciso e cosĂŹ sarĂ , fino alla fine dei tempiÂť La voce del giovane rimbombò lungo le pareti di pietra levigata, scivolò sul pavimento marmoreo e riecheggiò nellâinfinito corridoio che conduceva alla sua postazione. Nessun altro oltre a quel soldato sentĂŹ le sue parole, ma in lui risuonarono forti, quanto lo erano state il giorno del suo giuramento, tre anni prima. Da allora serviva nellâordine dei guerrieri di pietra, il piĂš antico della cittĂ , fondato allâalba dei regni dagli Antichi conquistatori. Il suo compito era sorvegliare le immense porte allâinterno del tempio sacro. Su di esse, scolpita a vivo nella grezza roccia nera, si innalzava lâimponente figura di Astor NiâLisar, primo del loro ordine, iniziatore della guardia e protettore di tutti i confratelli giunti dopo di lui. Il leggendario guerriero osservava dallâalto della sua statura il giovane, la spada stretta tra le sue mani che incombeva su di lui, con la punta acuminata splendente nella luce dei bracieri. La leggenda sulla sua storia, sul coraggio della sua decisione e del giuramento di fedeltĂ eterna allâunico vero sovrano del regno erano i motivi che avevano spinto quel ragazzo a scegliere di seguirne le orme. Che il nome della sua famiglia fosse NiâLisar, a conti fatti, non aveva avuto grande rilevanza; il peso della responsabilitĂ che quel giovane sentiva di dover portare dipendeva solo dalla sua sete di rendere onore al giuramento fatto da quel suo lontano antenato. E da un pizzico di stupiditĂ , erroneamente scambiata per il fuoco giovanile dellâeroismo. ResponsabilitĂ e avventatezza, unite allâimberbe saggezza del giovane guerriero. Quelle erano i requisiti fondamentali della fedeltĂ professata dallâordine, scolpite nella pietra da tempo immemore sotto forma di un uomo che, solo in pochi ricordavano, aveva giurato di vegliare su un passaggio segreto fino alla fine dei suoi giorni solo per fare ammenda. PerchĂŠ ciò che solo i piĂš anziani e coraggiosi osavano rammentare, era che la fedeltĂ di Astor NiâLisar allâultimo legittimo sovrano fu costruita su fondamenta di lacrime e sangue. Il primo guerriero di pietra serviva la causa piĂš nobile per fare ammenda ai crimini perpetrati, al tradimento tramato contro la mano che lo aveva vestito e nutrito. FedeltĂ nata dal massacro di innocenti. FedeltĂ pagata con il sangue. Ma pochi osavano ricordarlo. PerchĂŠ una minaccia maggiore incombeva su di loro, mettendo a rischio le sciocche speranze dei giovani idealisti come il fuoco attecchisce su un fascio di rami secchi. Quel pericolo aveva nome e volto, era reale. E persino la fedeltĂ di un traditore poteva aiutarli ad affrontarlo.
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