Buongiorno lettori e buon mercoledì!
Quella di oggi è ufficialmente la prima recensione del 2021 e non vedevo l’ora di parlarvi di questo libro, perché si tratta di continuare una serie iniziata tempo fa e di cui sono innamorata da anni. Visto che torniamo a parlare della saga di Thrown of Glass e che in questa recensione parliamo del quarto volume, vi lascio qui titoli dei tre precedenti, con i link per le recensioni in cui ti ho parlato: Il Trono di Ghiaccio, La Corona di Mezzanotte & La Corona di Fuoco.
Titolo Regina delle Ombre Titolo originale Queen of Shadow Autore Sarah J. Maas Traduzione E. Leonzio, G. Scocchera & C. Valentini Saga Thrown of Glass #4 Editore Mondadori Pubblicazione Dicembre 2018 Genere Fantasy, New Adult Formato Cartaceo (17€) ~ Digitale (7,99€) Pagine 654 Acquisto Mondadori
Ancora una volta nascosta sotto il suo manto da assassina, Celaena è tornata a Rithfold, ma non è più una schiava. Ora è Aelin Ashryver Galathynius, Regina di Terrasen. Tuttavia, prima di riprendere il trono che le spetta, dovrà ancora combattere: scavare tra i ricordi più dolorosi, battersi per la sopravvivenza e lottare contro una passione che potrebbe consumarla. E soprattutto si troverà nuovamente di fronte al suo vecchio padrone, il Re degli Assassini. Pronta a reclamare vendetta.
Celaena Sardothien è partita per Wendlyn e a fare ritorno è Aelin Galanthynius, la principessa scomparsa, erede di Terrasen e peggior nemica, nonché minaccia, per il re di Adarlan e il suo regno. Ed è tornata per portare a termine la prima parte del proprio piano di vendetta: far pagare al re e all’uomo che l’ha trasformata in un’assassina tutto ciò che meritano, per ciò che le hanno fatto e ciò che ancora fanno di malvagio in quella città.
In quella città c’erano due uomini responsabili di aver distrutto la vita sua e delle persone che amava. Non avrebbe lasciato Rifthold finché non li avessi seppelliti entrambi.
Ma al suo rientro, oltre a dover avere a che fare con quel viscido manipolatore del suo primo maestro, il Re degli Assassini Arobynn Hamel, Celaena deve mantenere l’identità che l’ha protetta per oltre dieci anni per fare i conti con due imprevisti capaci di mettere un freno al suo piano: da un lato, Chaol Westfall, che dopo aver lasciato il palazzo guida i ribelli e setaccia la città alla ricerca dei Valg, l’uomo che ha amato ma che adesso rischia di metterle i bastoni tra le ruote per il risentimento che guida entrambi; dall’altro, Aedion Ashryver, ex generale di Adarlan e suo cugino, ora imprigionato per tradimento e prossimo a un’esecuzione pubblica durante il prossimo compleanno del principe Dorian, un’esecuzione che lei non può assolutamente permettere giunga a conclusione.
E va bene, allora. Sarebbe stata di nuovo Celaena Sardothien: ancora per un po’, solo fino alla fine del gioco.
Quindi i piani di vendetta subiscono due sviste, ma se la prima è quella di salvare Aedion e alla fine non porta che a un piano ben orchestrato e funzionale, la seconda si scontra contro una realtà che, purtroppo, nemmeno Celaena sembra non essere in grado di cambiare. Perché Dorian, l’amico che ha promesso di tornare ad aiutare ormai non esiste più, non con la collana che il re suo padre gli ha posto al collo e il demone Valg al suo interno. Ma se la sua intenzione è quella di porre fine alla sua vita, quella di Chaol non è dello stesso avviso, convinto che Dorian possa ancora essere salvato. Il tutto mentre nella torre di Morath, il duca di Parrington prepara le streghe e i loro draghi a una guerra sanguinosa e letale, una guerra oscura in cui Manon Becconero ancora non sa che ruolo giocare, né come giocarlo.
Nel quarto volume della serie di Thrown of Glass si assiste a una vera resa dei conti con il passato dell’Assassina di Adarlan, un vero tripudio di piani segreti e oscuri intrighi in cui Celaena fa la sua ultima e, secondo me, spettacolare apparizione. Questa Regina delle Ombre prende piede nella città che l’ha trasformata in chi era prima di partire per Wendlyn e vi riversa tutto il risentimento e la potenza che quel viaggio l’ha aiutata a ritrovare, soprattutto grazie a Rowan, il principe Fae leggendario che è riuscito a risvegliarla dal proprio torpore, il suo carranam, la sua “metà” in battaglia e compagno d’armi. Rowan che, benché lei lo volesse lontano da Adarlan, ha attraversato il mare pur di essere al suo fianco a proteggerla e aiutarla.
Aelin rideva e piangeva allo stesso tempo, e l’uomo continuava a stringerla forte, la testa incappucciata sepolta nel collo di lei. Come se la stesse respirando. «Ma chi è?» domandò Nesryn. Aedion sorrise. «Rowan.»
Rispetto ai volumi precedenti (che ho riletto prima di continuare la serie), in Regina delle Ombre si assiste a uno stacco netto in tutto quel che riguarda l’aspetto esplicito della narrazione, dai sentimenti ai rapporti che legano i diversi personaggi. Se nei tre volumi precedenti tutto veniva affrontato con una narrazione più velata, qui si fa diretta e finalmente si fa chiaro, ad esempio, quale sia davvero il legame tra Rowan e Aelin. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a una definizione più netta della direzione che la trama intende seguire e che, in retrospettiva, rende ambiguo e poco determinante tutto lo svolgimento di La corona di fuoco. È come se la Maas, dopo aver scritto tre Young Adult, si fosse stancata di non dire chiaramente le cose ma di alluderle soltanto e abbia optato per trasformare la serie per un target New Adult. Scelta che ho apprezzato tantissimo, per carità, ma che forse sarebbe stato meglio adottare fin dall’inizio. Mettiamola così: da questo volume, finalmente, si perde la struttura e l’impostazione per un pubblico più sensibile e si dà il via alla vera narrazione. E da questo traggono vantaggio tutti i punti di forza che ho sempre apprezzato di questa serie, tra tutti la narrazione a punti di vista alternati che permette di prendere visione dello spettro più ampio degli eventi e delle parti in gioco. Si passa attraverso gli occhi di Aelin, Chaol, Dorian in questa sua versione Valg, i tre punti di vista già conosciuti, ma anche di Aedion, Nesryn Faliq, Rowan, Manon Becconero, Elide Lochan e Lysandra, ampliando le voci narranti e portando il lettore a conoscenza di tanti frammenti di realtà che vanno a combaciare per formare un unico grande quadro, uno in cui Aelin/Celaena sembra essere, ed è alla fine, il vero anello di congiunzione.
«Continuavo a pensare che forse non avresti mai saputo quanto mi eri mancata, anche se c’era solo l’oceano a separarci. Ma se fosse la morte a separarci… ti troverei. Non importa quante regole dovrei infrangere. Anche se dovessi cercare io tutte e tre le chiavi e aprire un cancello, io ti troverei. Sempre.»
Visto il mio animo romantico (e se siete andati a rileggere le mie recensioni sui volumi precedenti), vedevo in questo volume una specie di buona prospettiva per Chaol. Non sono mi sono ricreduta perché lui in questo volume è proprio odioso, ma ammatto che Rowan Biancospino si è rivelato un personaggio sorprendente sotto ogni punto di vista e sono contenta che, insieme ai personaggi “secondari” e alle new entry, sia stato possibile leggere attraverso il suo punto di vista. Quello che è il punto di forza di Sarah J. Maas è creare personaggi unici e irresistibili, personaggi che qui hanno modo di esprimersi appieno e riescono a conquistare il lettore, sia appassionandolo sia, magari, facendogli storcere un po’ il naso per ciò che fanno.
Tanti sconvolgimenti, tante emozioni e adesso non vedo l’ora che arrivi la settimana prossima per parlarvi dei volumi successivi, in attesa che venga pubblicata la versione italiana di Heir of Ashes, ultimo volume di questa serie incredibile.
Voi la conoscete? O avete letto gli altri libri di questa super autrice?
Federica 💋
Comments