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“La Forêt des Captifs” di Pierre Bottero

Buongiorno 😊

Dopo il fumetto di ieri, oggi si passa a un libro inedito in Italia. È La Forêt des Captifs di Pierre Bottero, il primo volume della seconda saga incentrata su Ewilan e sul mondo fantastico di Gwendalavir! Della prima saga, La quête d’Ewilan vi ho detto qualcosa tempo fa (=> qui <= e => qui <=), però ci sta un recap generale 😉

Nella trilogia La quête d’Ewilan, Camille e l’amico Salim scoprono l’esistenza di un mondo parallelo alla Terra, Gwendalavir, dove alcune persone possiedono l’arte del Disegno, l’abilità di rendere reale tutto ciò che viene immaginato nella propria mente. Ben presto Camille scopre di essere originaria di Gwendalavir (il cui vero nome è Ewilan) e parte alla ricerca dei genitori scomparsi da quattordici anni insieme a Salim e a un gruppo di eroi, avventurandosi alla scoperta di un mondo magico e pericoloso, dove creature mostruose e traditori mettono a rischio le vite di tutti loro. Ritrovati i genitori, però, la battaglia non è ancora finita, perché Eléa Ril’ Morienval ha in mente di distruggere la ragazza e conquistare Gwendalavir con un esercito di mostri.

Questa, a grandi linee, è la trama della prima trilogia (senza spoiler)! E ora inizia la nuova avventura!


Titolo La Forêt des Captifs Autore Pierre Bottero Saga Les Mondes d’Ewilan Editore Rageot Anno 2007 Genere Fantasy Formato Cartaceo Pagine 311 Prezzo 7,90€ Acquisto AbeBook

Mentre i suoi genitori esplorano dei territori selvaggi nell’altro mondo, Ewilan è fatta prigioniera sulla Terra da una sinistra Istituzione. Nel cuore del laboratorio clandestino, la Sentinella traditrice Eléa Ril’ Morienval prepara il proprio ritorno a Gwendalavir, che è sempre più decisa a conquistare. Traumatizzata e resa impotente da esperienze terribili, Ewilan può fare affidamento solo sul coraggio di Salim e sul sacrificio di un vassallo. Dovrà imparare a pazientare sotto le cure di un vecchio eremita per ritrovare le sue forze. Solo allora suoneranno le campane della vendetta.

Mesi dopo aver messo in fuga Eléa Ril’ Morienval da Gwendalavir e aver ritrovato tutta la sua famiglia, Ewilan, accompagnata dal più che amico Salim, decide di prendersi una vacanza e di rientrare sulla Terra per trascorrere un po’ di tempo loro due insieme, comportandosi come ragazzi normali e non come gli eroi che sono stati nel mondo natio di lei. Ma non appena mettono piede dall’altra parte, Ewilan e Salim vengono aggrediti da una squadra d’assalto, il cui obiettivo è rapire proprio lei e condurla in laboratorio nascosto tra i boschi dove sottoporla a terribili esperimenti. E il solo che può aiutarla è Salim che, sfuggito agli aggressori, sfrutta le sue abilità di marcheombre (ciò di “camminare nell’ombra”, di muoversi silenziosamente) per seguire Ewilan e i suoi rapitori ed escogitare un piano per liberarla. Ma il laboratorio è super sorvegliato e a Salim occorre un mese anche solo per capire come potervi entrare. Liberare Ewilan e scappare sembra impossibile finché, da Gwendalavir, non giunge Maniel, amico dei due ragazzi e divenuto homme-lige (letteralmente vassallo, ma è più come una guardia del corpo) della famiglia di Ewilan e che, sacrificandosi, permette ai due ragazzi di lasciarsi l’Istituzione e i suoi orrori alle spalle.

Come nella sua prima trilogia, Pierre Bottero crea un intreccio narrativo che coinvolge tanto il mondo immaginario di Gwendalavir quanto la nostra Terra, facendo muovere Ewilan e Salim tra avventure fantastiche e altre che potrebbero avvenire per davvero, introducendo nella storia una buona dose di verosimiglianza in più. Realtà e fantasia si mescolano, i fatti della quotidianità si ritrovano colorati da azioni inspiegabili e così Ewilan e Salim si scoprono vittime di un’Istituzione governativa segreta, il cui scopo è studiare i poteri soprannaturali, tutto ciò che viene considerato pura fantascienza, dove però è l’acerrima nemica di Ewilan, Eléa Ril’ Morienval, a gestire gli esperimenti e anche le torture a cui viene sottoposta. Ed è la vendetta verso la traditrice di Gwendalavir a spingere Ewilan, una volta recuperate le forze, a tornare all’Istituzione, oltre al desiderio di salvare gli altri ragazzini (i captifs del titolo) che vi sono tenuti prigionieri. Ma se all’inizio tutto sembra andare secondo i piani, le trappole e gli imprevisti mettono lei e Salim in grave pericolo, un monito all’idea che la vendetta, da sola, non basti a sostenerci e a darci soddisfazione. A questo punto, ed è quello che più amo nei libri di Bottero, solo una cosa potrebbe salvarli: l’aiuto dei loro amici rimasti a Gwendalavir. Ed è esattamente ciò che accade! Edwin, maestro Duom, Ellana e Siam si materializzano accanto a loro, ribaltando le sorti dello scontro. Lo stile adottato è scorrevole e, per quanto io non legga spesso in francese, comprensibile sin dalla prima lettura, grazie al quale emerge il senso di amicizia e di amore che lega tra loro i diversi personaggi, l’idea che un’avventura vada affrontata insieme per poter sopravvivere e sconfiggere le difficoltà che l’accompagnano. Ecco, questo trovo affascinante delle opere di Bottero: c’è un/a protagonista, ma alla fine è la storia di un gruppo, di tanti eroi che si aiutano a vicenda per fare ciò che è giusto.

E con questo libro ne spunto un altro dalla mia lista per Libera Lo Scaffale di quest’anno! Spero che anche i prossimi volumi siano altrettanto belli, ma ve lo saprò dire presto 😊

Vi auguro una buona giornata Federica 💋

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