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“L’analisi dei sogni/Gli archetipi dell’inconscio/La sincronicità” di Carl G

Buongiorno e buon mercoledì 😊

Oggi vi propongo la recensione di uno dei libri di cui vi ho parlato nella #CreativityBloggerWeek di marzo e di uno dei miei filosofi, psichiatri e studiosi preferiti: Carl Gustav Jung!


Titolo L’analisi dei sogni/Gli archetipi dell’inconscio/La sincronicità Autore Carl G. Jung Editore Bollati Boringhieri Anno 2011 Genere Saggi filosofici Formato Cartaceo Pagine 290

Con la scoperta, da un lato, dell’inconscio collettivo e delle sue strutture costitutive, gli archetipi, e, dall’altro, del processo di individuazione, della funzione prospettica dei sogni e del principio di sincronicità, Carl Gustav Jung non ha solo ampliato i confini della psicologia del profondo, oltre l’orizzonte della psicoanalisi freudiana, annettendo all’indagine territori inesplorati. Ha proposto ai suoi contemporanei, e a tutti noi, un modello inedito di vita umana integra, totale e aperta all’infinito: un modello con cui è chiamato a confrontarsi anche chi non condivida le ipotesi teoriche che sono alla sua base.

Carl Jung (1875-1961) è stato uno degli psicologi, psichiatri e filosofi più importanti del primo Novecento. Allievo diretto, e principale antagonista, di Freud, Jung ha il merito di aver rivoluzionato la concezione e l’analisi di tutto il materiale inconscio prodotto dalla mente umana. Sogni, lapsus e libere associazioni diventano espressione non soltanto, e in via esclusiva, dei desideri sessuali repressi dell’individuo, ma vanno a comporre un quadro molto più ampio di referenze, stimoli e significati, che travalicano l’esperienza del singolo, la assimilano e adattano a elementi che, chiunque tra noi, ha avuto modo di conoscere, per contatto diretto ma, soprattutto, indiretto. È questa conoscenza indiretta, in realtà, quegli elementi che sogniamo ma che non hanno nulla a che fare con noi, a essere il vero elemento di svolta nella filosofia di Jung. E nei tre saggi che vengono proposti in questo volume al centro dell’analisi c’è proprio questo: l’inconscio, i sogni e il loro essere riconducibili a una coscienza comune, un insieme di pratiche e simboli che, pur nelle loro diverse interpretazioni e declinazioni, sono condivisi e condivisibili da parte di tutti gli individui.

In ogni singola persona ci sono, oltre alle reminiscenze personali, le grandi immagini «originarie», come le ha definite appropriatamente Jakob Burckhardt, cioè le possibilità dell’immaginazione umana ereditate, com’è da sempre, nella struttura del cervello. Il dato di fatto di questa eredità spiega anche il fenomeno veramente incredibile che certi materiali e motivi leggendari si presentino in tutto il mondo in forme uguali.

Jung, a questo proposito, parla di inconscio collettivo, un non-luogo dove si riuniscono tutte le esperienze umane (o di una società accumunata da origini culturali simili) e al quale tutti noi accediamo attraverso i sogni. O meglio, al quale è possibile arrivare tramite l’analisi e l’interpretazione dei sogni, veri e propri messaggi in codice che l’inconscio ci presenta di fronte a momenti o interrogativi particolari della nostra vita. Tramite diversi esempi presi da alcuni suoi pazienti, Jung non solo cerca di dimostrare che esiste questa realtà inconscia comune a tutti, ma anche che i suoi capisaldi, gli archetipi, sono le idee, le figure basilari attraverso le quali questo inconscio collettivo esprime se stesso, ovviamente attraverso esempi che il sognatore può (ma non sempre) riconoscere.

Gli eventi microfisici includono l’osservatore così come il modello soggiacente a I Ching include le condizioni soggettive, cioè psichiche, nella totalità della situazione presente. La causalità descrive la sequenza temporale degli eventi, la sincronicità (in Cina) riguarda la coincidenza temporale.

Parlando anche di un altro sistema culturale attraverso il quale affrontare questo inconscio, quello cinese dell’I Ching, Jung passa (nel saggio La sincronicità) all’analisi dell’influenza gli elementi hanno gli uni sugli altri quando avvengono in un medesimo istante. La reazione tra i due non è causale (causa-effetto), ma più di coincidenza. Una parte questa, devo ammetterlo, che mi ha dato non pochi problemi a livello di comprensione, perché molto tecnica e specifica, soprattutto per la ricca presenza di tabelle e dati che illustrano la sua teoria. In generale, questa raccolta di saggi, unificati ma appartenenti a periodi diversi della vita e del lavoro di Jung, è un’opera che concentra in quasi 300 pagine tre colonne del pensiero del filosofo svizzero e che, per me che ho studiato filosofia alle superiori, sono state una bella full immersion in temi che non affrontavo da tempo ma che mi hanno sempre affascinata. Se non si mastica un po’ di linguaggio (e di storia) della filosofia, è un volume che può risultare ostico. Ma se si tiene duro, e non si rischia di far fumare il cervello nel tentativo di capire tutto, è una lettura appassionante e molto istruttiva, soprattutto riguardo ai sogni che, bene o male, tutti noi facciamo.

Sono tre saggi davvero interessanti anche se molto, molto specifici (com’è giusto che sia). Ma ditemi: conoscete qualcosa dell’analisi dei sogni? Oppure vi affidate a quei libri che ne danno una lettura e dei numeri? Sono curiosa 😊

Fatemi sapere Federica 💋

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