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Amélie

Girovagando su internet senza ben sapere che fare, mi sono ritrovata a cercare un po’ di curiosità su uno dei film più belli (e a suo modo geniale) che ho visto in vita mia, Il favoloso mondo di Amélie, e per caso ho trovato un articolo alquanto strano… Questo il titolo: “25 motivi per cui Il favoloso mondo di Amélie è una schifezza”. Mi è sorta spontanea una domanda: lo hanno visto?

Prima premessa: io non ho le competenze sufficienti per dare un giudizio tecnico sul film, è solo il mio personale gusto che me lo ha fatto amare.

Seconda (e forse la sola veramente necessaria) premessa: non tutti abbiamo gli stessi gusti.


Il favoloso mondo di Amélie (Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain) è un film del 2001, diretto da Jean-Pierre Jeunet e interpretato da Audrey Tautou (Coco Chanel in Coco avant Chanel e Sophie Neveu ne Il codice Da Vinci). Trama: Amélie cresce in provincia, siamo in Francia. Suo padre è un medico fin troppo originale: visita ogni mese la figlia, che si agita ogni volta, e crede che sia malata di cuore. La madre, uscita dalla chiesa, viene schiacciata da una suicida. Più grande la ragazza va a Parigi. Fa la cameriera e incontra tanta gente. Il 31 agosto 1997 è il giorno decisivo della sua vita: vede in tv il servizio dulla morte di lady Diana, le cade di mano un tappo di bottiglia che finisce sotto una piastrella, dove Amélie trova una vecchia scatola di cianfrusaglie (figurine, la foto di un calciatore, un ciclista di ferro). Si mette in testa di rintracciare il proprietario, che a quel punto avrà una cinquantina d’anni. Lo trova, gli restituisce il “ricordo” e gli cambia la vita. Da quel momento decide di far felice il prossimo.

È un film allegro, divertente e tutte le volte in cui ho avuto occasione di guardarlo, mi ha trasmesso la felicità che Amélie Poulain vuole regalare alle persone che la circondano. È una favola, moderna ma pur sempre una favola, e Amélie è la fatina buona che corre in aiuto di tutti e che guarda il mondo con dolcezza. Ma Il favoloso mondo di Amélie non è solamente questo, perché Amélie porta avanti la sua “missione” con una dedizione fin troppo sentita, che in realtà nasconde un totale disamore per se stessa e una fiducia incrollabile nella facoltà di immaginare. Ecco che tutto il messaggio del film si trasforma, rivelando dietro al buonumore una critica alla sciocca idea di poter governare e controllare fino in fondo le potenzialità che la vita ci offre, quando è il destino ha decidere per noi e a non dare spiegazione delle sue scelte.

Però non tutte le persone che lo hanno visto, magari, condividono il mio punto di vista ed ovviamente giustissimo. Nonostante questo, anche per riprendere un po’ il filo con l’articolo di cui vi parlavo, sono più che convinta che Il favoloso mondo di Amélie debba essere visto più di una volta e che, anche se non rientra nella classifica dei nostri 10 film preferiti, resta comunque un film capace di cambiare, almeno un pochino, il nostro modo di guardare il mondo.


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